Etica anti crisi (2009)
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Mentre il mondo naviga a vista alla ricerca di atti e simboli anticrisi o di una lex mercatoria sovranazionale per assicurare una ennesima vita alla democrazia liberale, queste pagine si soffermano sulla potenza del simbolico. L’esemplarità è da sempre la via più semplice e veloce per trasformare le cose bruciando sul tempo la lepre concetto nell’eterno contagio tra una cosa metaforica e una cosa reale.
L’esemplarità è quella di una persona o di una ipotetica nuova classe dirigente o emergente, come nel sogno invano sognato da Gobetti.
Ciò che è esemplare è morale. L’etica (ri)crea infatti la base fiduciaria, la scacchiera di senso in assenza della quale non si può giocare alcuna partita reale. Nulla è più concreto di un rapporto fiduciario, in primo luogo verso noi stessi (la cosa si chiama integrità). «La mia vita è il mio messaggio», Gandhi lo dice an che per noi, mostrando cos’è il processo di individuazione e la forza dell’esempio.
Oggi nell’inquietudine del contingente, ci basti un invito generoso: «Non abbiamo che il futuro da condividere».
Il futuro è l’attesa, è ogni incipit, sono tutte le albe a venire. Il futuro è non ripetere ed è ciò che non si ripete. È comprendere, ricercare, inventare e creare, non importa cosa e non importa nemmeno perché.
Non si chiede perché si scrivano poesie, teorie economiche o si pensino visioni ben diverse dallo stato di fatto. Si sa soltanto che con il nominare cose che prima non esistevano si espanderà la ricchezza o l’universo. Con il potenziarsi dei telescopi ci saranno più stelle.
Anno pubblicazione 2009
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