
Alessandro Politi - Geopolitica
ALESSANDRO POLITI
INTELLIGENCE & CYBER-SECURITY
Scopo del dipartimento costituito all’interno dell’Istituto di Ricerca è quello di approfondire e diffondere lo studio di materie ormai indispensabili, quali la geopolitica, le relazioni internazionali e, specificatamente l’intelligence, ossia gli apparati statali di sicurezza presenti in ogni Paese del globo. La competizione di tutte le nazioni si è spostata inevitabilmente sul campo economico e l’intelligence economica diviene, oggi, la parte centrale dei Servizi d’Informazione in ogni Stato. Forse più che di “guerra economica” si dovrebbe parlare di “aspetto economico” della guerra globale, secondo la definizione di alcuni autorevoli studiosi. Interpretare la nozione di “sicurezza nazionale” in senso moderno, ricomprendendo la tutela degli interessi nazionali, comporta che i Servizi di Informazione e Sicurezza possano esser chiamati ad operare e proteggere le grandi imprese o comunque le imprese di rilevanza strategico-nazionale.È necessario, infatti, che ogni nazione protegga il suo patrimonio scientifico e tecnologico, mediante il contrasto allo spionaggio avversario ed alla protezione di quello che è stato definito “cyber-spazio” (vedasi il nuovo fronte della “guerra cibernetica”). Anche su questo particolare settore tutti i Paesi del mondo si sono mossi preventivamente, con l’introduzione di strutture ad hoc e “piani strategici”. In Italia, ad esempio, con il “Quadro strategico per la sicurezza dello spazio cibernetico”, il “Piano nazionale per la protezione cibernetica e sicurezza nazionale” e la costituzione di un “Nucleo per la Sicurezza Cibernetica”. Nella “Relazione” annuale dei nostri Servizi Segreti si può, infatti, trovare un capitolo inerente la “Cyberthreat”. Orbene lo studio dell’apparato di sicurezza nazionale è necessario per comprendere le dinamiche sottostanti a scelte diplomatiche ovvero geopolitiche che, da una prima analisi, possano apparire incomprensibili. Come diceva Kent, nel prologo del suo libro “Strategic Intelligence for American World Policy”, “Intelligence è conoscenza, quel tipo di conoscenza che è indispensabile ai decisori, politici e militari, per tutelare il benessere della Nazione”. Sulla scorta di quanto precisato, è auspicabile che tutti coloro che ambiscano ad una carriera politica, diplomatica, professionale nel settore, di ricerca, ovvero per mera cultura personale, approfondiscano questa tematica, certamente necessaria per gli interessi della propria nazione.
Roberto Adriani - Public affairs and Media Strategy
ROBERTO ADRIANI
Laureato in Scienze Politiche, opera nel campo delle relazioni istituzionali e comunicazione, presso realta’ internazionali di consulenza aziendale.Da sempre affianca all’attività’ professionale la docenza in queste discipline presso master post laurea.
Roberto Adriani ha all’attivo anche diverse pubblicazioni su questi argomenti.
PUBLIC AFFAIRS E MEDIA STRATEGY
Il dipartimento approfondisce lo studio della relazione tra la sfera istituzionale, mediatica ed economica, con particolare attenzione a temi come la comunicazione politica, la reputazione aziendale e l’impatto che su queste hanno i nuovi media.
ALBERTO STUFLESSER - Dipartimento Energia
Alberto Stuflesser
Laureato in ingegneria al Politecnico di Milano,Master in Business Development & Contract Management presso General Electric a Schenectady – USA,poliglotta,per 25 anni alla guida di aziende energetiche pubbliche e private,impegnato free time come Business Angel nello scouting,screening,coaching and investing in Start-up fondate da giovani imprenditori.
Documento di Programma – DIPARTIMENTO ENERGIA
Energie Rinnovabili,efficienza energetica e CO2:stato di fatto,visione strategica e attori
Ruolo dell´amministrazione pubblica, della politica e degli operatori energetici
Il ruolo del Governo Italiano e´quello fondamentale di elaborare un nuovo Piano Energetico Nazionale che adegui la SEN (Strategia Energetica Nazionale) pubblicata con DI nel 2013 alle nuove direttive europee sugli obiettivi al 2030 (FER al 27%,efficienza energetica + 27%,CO2 – 40%) ed all´Accordo di Parigi sul clima.
In questo contesto la realizzazione delle smart cities deve rappresentare un obiettivo prioritario della strategia e delle legiferazione del Governo da raggiungere nel 2030 architettando un sistema di incentivazione sulla detassazione degli investimenti, una contribuzione ai finanziamenti in R&S e nella creazione di incubatori per lo sviluppo di nuove idee che si concretizzano con la nascita di start up di giovani imprenditori
Il ruolo delle migliori università italiane nello sviluppo degli incubatori e´fondamentale e per questo bisogna istituire un processo di classificazione del corpo accademico e delle relative performances
A questo va aggiunta la elaborazione di un sistema di regolamentazione normative che sia chiaro,semplice e attuabile (ruolo delle Autorità AEEG,GME,Antitrust)
Il ruolo invece dell´amministrazione pubblica centrale e´quello di facilitare gli adempimenti burocratici che intervengono rilascio delle autorizzazioni e nell´erogazione di sistemi incentivanti
Il ruolo dell´amministrazione pubblica locale (comuni) e´quella di facilitare gli insediamenti di villaggi Energy plus nel territorio e quella di prevedere norme di attuazione per la realizzazione di sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento in nuove urbanizzazioni ad alta densità abitativa
Infine il ruolo delle utility (operatori energetici) è quello di realizzare investimenti nella generazione distribuita da FER e nelle smart grid e nell´impostare strategie di vendita imperniate su proposte di fornitura di servizi energetici,di banda larga e digitalizzazione
I fatti
Da un decennio e´in atto nei paesi occidentali la trasformazione del sistema energetico da fonte fossile a fonte rinnovabile (Energiewende)[1].
Lo sviluppo della produzione da fonti rinnovabili sole, vento, acqua, maree, biomasse, geotermia) a scapito delle fonti fossili (carbone,olio combustibile,gas metano,nucleare) ed il contenimento dei consumi costituiscono la risposta più efficace allo sviluppo sostenibile dell´economia mondiale salvaguardando la sicurezza dell´approvvigionamento,la qualità della vita ed il contenimento dei costi.
Alcuni paesi (Cina,India,USA,Russia) non sono d´accordo sulla riduzione delle fonti fossili e non hanno assunto impegni vincolanti nell´Accordo di Parigi in quanto intravvedono il rischio di un freno alla crescita del Prodotto Interno Lordo del proprio paese in quanto lo sviluppo delle FER non riesce effettivamente a compensare in ugual misura l´incremento dei fabbisogni industriali incentrati sulla combustione di combustibili fossili.
Per la stessa ragione rifiutano politiche di contenimento dei consume energetici.
Sono proprio questi I quattro paesi che mirano alla supremazia economica e politica nel mondo e che sono anche I maggiori inquinatori.
Se poi si considera che il Governo Cinese si e´prefissato nel 2030 di diventare la prima Potenza economica mondiale sostenendo tassi di crescita del PIL del 7% – 8% con utilizzo massiccio del carbone e del gas metano importato dalla Russia si comprende come il solo impegno dei paesi europei e del Giappone non possa garantire un contenimento del surriscaldamento globale dovuto all´effetto serra dell´anidride carbonica sviluppata dai processi di combustione.
Gli effetti dei mancati impegni dei quattro paesi succitati saranno devastanti a lungo termine in quanto l´incremento di 2°C della temperatura media ambientale comporterà un processo accelerato di scioglimento dei ghiacciai nel Polo Artico e Antartico con aumento del livello degli Oceani,un rallentamento della corrente calda del Golfo con rischi di glaciazione del Nord Europa,l´intensificarsi di calamita naturali (uragani,cicloni,tifoni).
C’è quindi un grave problema di Governance dei quattro maggiori paesi nel mondo che, se non risolto, porterà ad un peggioramento del clima mondiale: la crescita economica va regolata salvaguardando la sostenibilità.
L´Europa invece si e´data delle regole e l´Italia sta facendo la sua parte.
Il nostro paese dipende per l´80% dei suoi fabbisogni energetici dall´importazione di prodotti petroliferi (olio combustibile e gas metano) ed ha già conseguito uno dei tre obiettivi imposti dalla Commissione Europea per quanto riguarda la percentuale di produzione elettrica da FER che ha raggiunto il 40% nel 2015 (120 TWh su un totale di 300 TWh prodotti).
Resta ancora molto da fare per raggiungere gli altri due obiettivi di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni di CO2.
In ambito residenziale I fabbisogni termici per il riscaldamento ambientale sono 3-4 volte superiori a quelli elettrici di luce e forza motrice per cui sono I risparmi di energia termica che vanno privilegiati tramite la realizzazione di sistemi di teleriscaldamento e raffrescamento nelle città e nei paesi sopra i 1000 mslm di altitudine, la sostituzione degli impianti termici tradizionali con caldaie a condensazione che offrono alti rendimenti,la diffusione delle pompe di calore alimentate da impianti fotovoltaici abbinati a sistemi di accumulo.
In ambito industriale ed in particolare nel settore energivoro molto si può migliorare con gli interventi di efficientamento derivanti dagli audit energetici e con la realizzazione di impianti di trigenerazione elettrica,riscaldamento e raffrescamento.
Per quanto riguarda la CO2 il maggior imputato e´ il traffico stradale associato all´utilizzo di motori a combustione.
La trazione elettrica con l´utilizzo di batterie durevoli o di celle a combustibile utilizzanti l´idrogeno rappresentano la prossima frontiera di espansione dell´e-mobility.
Parliamo comunque ancora di un decennio prima di constatare una presa di mercato dei green cars.
La visione strategica
In relazione a quanto teorizzato da Jeremy Rifkin nel suo libro “The 3rd Revolution” edito nel 2011, condivido la sua visione futura della metamorfosi della socializzazione dell´energia nel senso di un processo di trasformazione che porta a privilegiare il concetto dell´energia come un bene prodotto e consumato localmente in cui le fonti rinnovabili rappresentano le unità produttive in vicinanza dei luoghi di consumo,le reti di distribuzione in media e bassa tensione sono ubicate nel territorio, sono percorse da energia in entrambe le direzioni e vanno governate con sofisticati sistemi di telemisura e di telecontrollo (smart grids) ed I clienti (residenziali, servizi, industriali) sono utilizzatori di energia (consumers) in certe fasce temporali oppure fornitori (prosumers) in altre fasce.
La delocalizzaione dal centro alla periferia della produzione e del godimento di beni e servizi e´un processo irreversibile che trova altri predecessori quali la transizione tecnologica del mondo informatico dal mainframe (scoperto negli anni ´40) ai personal computer (anni ´70),ai portatili (anni ´90) fino agli attuali tablet (sul mercato dal 2010).
Cosi e´anche per l´energia che pone il fulcro nel luogo di consumo: e´ il cittadino evoluto negli ultimi decenni che determina il proprio stile di vita con la tecnologia ed I servizi messi a disposizione
Questa visione si contrappone al mantenimento di un´impostazione centralizzata e oligarchica della produzione di energia tramite grandi unità produttive inquinanti alimentate con combustibili fossili,all´utilizzo di reti di trasporto (sempre più osteggiate in quanto costituite da linee elettriche aeree in alta tensione che transitano a ridosso dei centri abitati), all´utilizzo di reti di distribuzione passive (senza promuovere la ricerca tecnologica) ed al consumo inefficiente dell´energia.
In un´unica espressione la terza rivoluzione industriale e´costituita dal modello di convivenza in smart cities (le città intelligenti).
Questa visione e´rivoluzionaria ma affascinante e realizzabile cosi come sono andate in porto le prime due scoperte della macchina a vapore e del computer.
Come tutti I grandi cambiamenti ci vogliono I visionari che sanno vedere lontano interpretando la storia del passato e leggendo I fenomeni in corso e ci vogliono I realizzatori convinti che mettono in pratica le idee innovative.
A fare da traino di ogni rivoluzione industriale sono I benefici attesi che, nel contesto delle smart cities, sono cosi elencabili:
- La riduzione delle tariffe tramite una riduzione dei costi di sistema in quanto le FER e le reti di distribuzione sono prossime ai centri di utilizzo dell´energia per cui gli oneri di trasporto vengono ridimensionati (la produzione centralizzata entra in gioco come riserva calda o strategica) e scompaiono progressivamente gli oneri di sistema (stranded investment)
- I sistemi di monitoraggio e di controllo delle reti di distribuzione per governare I flussi bidirezionali dell´energia costituiscono la nuova frontiera tecnologica dando spazio allo sviluppo di nuovi applicativi HW e SW ed alla crescita delle aziende che li studiano e realizzano
- Il concetto del New Downstream in cui si abbandona il concetto della vendita dell´energia come commodity e si entra nel mondo della promozione di servizi al cliente, vale a dire la garanzia di stabilire una certa temperatura ambientale nelle stagioni dell´anno,l´utilizzo del contatore di seconda generazione come dispositivo in grado di misurare con continuità. I consumi di ciascun apparecchio domestico e di determinarne l´orario ottimale di impiego
- La digitalizzazione dei servizi forniti in cui il contatore rappresenta l´elemento pivotale di un sistema Internet of Things (IoT) in cui le misure ed I comandi di avvio/spegnimento degli apparecchi domestici possono essere effettuati da remoto
con appositi applicativi su smartphone o tablet
- Lo sviluppo della demotica nelle abitazioni e negli uffici in cui I servizi energetici vengono integrati con i servizi di comunicazione a banda ultralarga per il triple play (TV,PC,telefono) e con I dispositivi di sicurezza azionabili a distanza (remote safety device)
- La forte domanda di abitazioni a basso consume energetico (Energy plus) integrate con impianti FV, pannelli solari,pompe di calore e sistemi di accumulo determinerà una progressive delocalizzazione degli insediamenti abitativi ed un utilizzo decentrato del territorio con la nuova figura del proprietario- prosumer che fa dell´energia una nuova fonte di reddito
Nel contesto della smart city il cittadino diventa protagonista ed attore del cambiamento,la ricerca di innovative soluzioni tecnologiche (new economy, energy storage, digitalisation) fa
crescere il mondo imprenditoriale e quello delle start up,i livelli di occupazione e la competitività del sistema paese
[1] Il Protocollo di Kyoto del 1997,la Direttiva Europea 2009/29/CE (20% produzione elettrica da FER,riduzione 20% emissioni CO2,aumento 20% efficienza energetica entro il 2020),la successiva Delibera EUCO 169/14 del Consiglio Europeo (27% produzione elettrica da FER,riduzione 40% emissioni CO2,aumento 27% efficienza energetica entro il 2030) e recentemente nel 2016 l´Accordo di Parigi COP 21 sul clima (contenimento dell´aumento della temperature terrestre a 2°C entro il 2050) costituiscono un corpus normativo di indirizzo per tutti I paesi nel mondo allo scopo di promuovere leggi nazionali e mettere in atto iniziative volte prioritariamente al contenimento del surriscaldamento terrestre.