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Dec
Il monitoraggio di un ponte aereo tra Russia e Libia da parte di «Itamilradar» negli ultimi giorni getta nuova luce sulle ambizioni di Mosca nel Mediterraneo e sull’evoluzione della sua strategia geopolitica. Secondo quanto riportato, due velivoli Il-76TD appartenenti al Ministero per le Situazioni di Emergenza russo si alternano tra la Russia e la base aerea di Al Khadim, situata nella Cirenaica orientale, a est di Bengasi. Questo movimento avviene in un momento di cambiamento strategico per Mosca, segnato dall’inizio del ritiro delle sue forze dalla base aerea di Hmeimim, in Siria, e da un rinnovato interesse per la Libia.
La Cirenaica: nuovo fulcro delle ambizioni russe
La scelta della Cirenaica come destinazione per questo ponte aereo non è casuale. La Libia orientale, sotto il controllo delle forze del generale Khalifa Haftar, rappresenta una regione strategica per la Russia. Negli ultimi anni, Mosca ha cercato di consolidare la sua influenza in Nord Africa, un’area chiave per il controllo del Mediterraneo e dei flussi migratori verso l’Europa. Con la Siria che sembra perdere rilevanza strategica a causa della situazione instabile e dell’esaurimento delle risorse russe nel conflitto, la Cirenaica emerge come un’alternativa promettente.
L’eventualità che Mosca possa stabilire una base aerea e navale permanente nella regione preoccupa non solo i Paesi europei del Mediterraneo, ma anche la NATO. Una presenza russa stabile in Libia rappresenterebbe una minaccia diretta alla sicurezza marittima e aerea nel Mediterraneo centrale, oltre a consolidare la capacità di proiezione militare russa in Nord Africa e nel Sahel.
Il ruolo del ‘nuovo’ Gruppo Wagner
Secondo «Itamilradar», la Russia sta impiegando personale e mezzi militari precedentemente associati al Gruppo Wagner, ora riorganizzati sotto il cosiddetto “Afrika Korps russo”. Dopo la morte di Yevgeny Prigozhin, Mosca ha chiaramente deciso di ristrutturare le sue operazioni paramilitari in Africa, mantenendo però una presenza significativa in aree chiave come la Libia, il Mali e la Repubblica Centrafricana. In Libia, questo nuovo assetto militare potrebbe fungere da strumento per consolidare il controllo russo sulla regione, garantendo un accesso strategico al Mediterraneo e ai giacimenti energetici locali.
La NATO e il dilemma turco
Uno degli aspetti più significativi di questa operazione è il fatto che i voli tra Russia e Libia siano resi possibili dalla Turchia, unico membro della NATO che non ha chiuso il suo spazio aereo agli aerei russi. Questo dettaglio mette in evidenza le contraddizioni all’interno dell’alleanza atlantica. La Turchia, pur essendo formalmente un alleato, ha spesso adottato posizioni autonome, quando non apertamente contrarie, rispetto alla linea della NATO, come dimostrato dal suo acquisto del sistema di difesa aerea russo S-400.
Ankara gioca un ruolo ambiguo anche in Libia, sostenendo il governo di Tripoli contro le forze di Haftar, ma allo stesso tempo mantenendo canali di comunicazione aperti con Mosca. Questa ambiguità complica la capacità della NATO di rispondere in modo coerente alle mosse russe nella regione, alimentando il rischio di ulteriori divisioni interne all’alleanza.
Un Mediterraneo sempre più instabile
Il ponte aereo russo con la Libia e il ritiro da Hmeimim rappresentano un cambio di paradigma nella strategia di Mosca. La Russia sta ridistribuendo le sue risorse per massimizzare la sua influenza in aree dove il vuoto di potere e l’instabilità offrono opportunità strategiche. La Libia, frammentata e politicamente instabile, è il terreno ideale per questa strategia.
Per l’Europa e la NATO, la crescente presenza russa nel Mediterraneo non può essere ignorata. Non si tratta solo di una questione militare: il controllo di Mosca sulla Libia potrebbe influenzare i flussi migratori, i mercati energetici e le dinamiche politiche regionali. In questo contesto, l’incapacità dell’Occidente di rispondere in modo unitario e coerente alle sfide poste dalla Russia e dalla Turchia rischia di lasciare campo libero a entrambe.
Conclusione: il futuro di una partita geopolitica
Le operazioni russe in Libia sono l’ennesimo segnale di un ordine mondiale sempre più frammentato e multipolare. La Russia, nonostante le difficoltà economiche e militari causate dalla guerra in Ucraina, dimostra di avere la capacità e la volontà di proiettare la sua influenza oltre i suoi confini tradizionali. La Libia, con la sua posizione strategica e le sue risorse energetiche, è destinata a diventare un nuovo epicentro delle tensioni geopolitiche.
Rimane da vedere se la NATO e l’Europa saranno in grado di sviluppare una strategia efficace per contrastare questa espansione. Finora, le divisioni interne all’alleanza e la retorica poco incisiva non fanno ben sperare. Intanto, Mosca continua a muovere le sue pedine sullo scacchiere mediterraneo, dimostrando che, in politica internazionale, le opportunità nascono spesso proprio nei momenti di crisi.
Articolo pubblicato da Giuseppe Gagliano, Presidente Cestudec, su InsideOver
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