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Dec
La Germania si trova ancora una volta al centro di una crisi che, più che geopolitica, sembra essere diventata una questione di dipendenza strategica. Secondo quanto riportato dalla Bild, il Ministero degli Esteri tedesco ha ammesso che i sistemi Patriot in dotazione non sono in grado di contrastare il nuovo missile ipersonico russo Oreshnik. La risposta del cancelliere Olaf Scholz è stata immediata: un assegno da miliardi di euro per l’acquisto del sistema di difesa israeliano Arrow. Una mossa che, a un primo sguardo, può sembrare necessaria, ma che a una lettura più attenta rivela molto di più sull’attuale stato della politica europea, intrappolata tra paura e dipendenza dai grandi complessi militari-industriali.
La difesa che alimenta l’escalation
Il missile ipersonico russo è l’ultimo capitolo di una narrazione che ormai si ripete: la minaccia viene amplificata, la risposta è sempre la stessa – più armi, più spese, più dipendenza. Invece di affrontare le vere cause delle tensioni, si sceglie la scorciatoia della militarizzazione. Scholz non fa eccezione. Con l’acquisto del sistema Arrow, la Germania dimostra di non avere una strategia autonoma per la propria sicurezza, affidandosi a tecnologie straniere, prima americane e ora israeliane. Ma c’è una domanda che nessuno si pone: queste armi, che hanno un costo economico e politico elevatissimo, servono davvero a rendere l’Europa più sicura? Oppure sono solo l’ennesimo regalo ai produttori di armamenti?
Uno stralcio dell’articolo di Giuseppe Gagliano, fondatore del Network internazionale Cestudec, pubblicato su InsideOver
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