18
Jul
La vittoria dell’ordine sulla forza cieca del caso è l’epica di una civiltà, la civiltà Europea. Questa civiltà si è impegnata a coltivare una tendenza all’ordine (κόσμος, kòsmos), alla razionalità, alla padronanza tecnica, alla conquista dell’armonia. Guardando l’altra metà del conio, ha continuato a nutrire una inconfessabile pulsione al caos, all’eros, alla recrudescenza degli istinti, al pensiero magico, al tormento della mancanza. Apollineo e dionisiaco, violenza e Legge, sono i presupposti di governo della polis umana. Vicendevolmente, ritmicamente, le due facce del potere si alternano dando sostanza e patina di legittimità e interpretabilità a un sistema ambiguamente polimorfo e gaiamente molteplice per natura inconfessata. Dietro le curve molcenti di una pubblicità e il sorriso di un politico in corsa elettorale si agita la dialettica di potere. Febbricitante, seducente, necessaria, scongiurata, a volte immorale, altre solo miserabile.
La politica come arte del governo è in perenne scontro con la forza anomica del potere. Ciò avviene specialmente nei momenti di crisi. La politica si esprime nella legge, nel diritto nazionale e internazionale, nella diplomazia, nell’arte del governo; talvolta nella retorica e nella burocrazia. Il potere è il lato quantitativo dello scontro, la determinante reale dell’urto di forze; può essere economico o militare, tecnologico o informativo, diplomatico, legale. Stabilire una priorità tra le due parti è un’aporia.
La comprensione del funzionamento del conflitto a bassa intensità è la variabile chiave per interpretare i fenomeni e i mutamenti dell’ordine politico contemporaneo, economico e geostrategico. In altri termini, l’imprenditore, l’analista e il politico di oggi deve conoscere:
- Che esiste un conflitto;
- Quali forme assume;
- Quali sono le strategie principali;
- Come difendersi.
La classe dirigente del futuro dovrà attendersi sfide basate sulla lettura della conflittualità, evoluta e nascosta, sulla difesa multifattoriale degli interessi strategici e sulla gestione continua del rischio. Per interpretare validamente questa missione occorre una formazione specifica, intensiva, unita all’abitudine di lettura degli scenari. Farsi investire in modo esclusivo dal tema dominante del momento potrebbe non corrispondere alla migliore opzione per la consapevolezza situazionale.
Combattere per l’equilibrio è oggi più difficile che mai. Cultura, economia e diritto sono altrettanti terreni di battaglia, solo all’apparenza neutri, di questo campo simbolico; colui che fugge, presumendo di salvarsi meglio in solitario, commette l’errore di chi dà le terga al leone. Resistere è condizione per esistere nel mondo del conflitto permanente. Vivere e conoscere, essere attraversati dalle cose, respirare le equazioni reali è l’innominabile imposizione dell’esistenza. A questa, senza sottrarsi, ciascuno cerca una soluzione.
Andrea Meneghel, redazione IASSP
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