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Jul
L’opinione pubblica dei cittadini è un tema di strettissima attualità, che ha acquisito un’importanza davvero molto rilevante nel tempo recente e su cui spesso imprenditori e politica si interrogano, perché ha a che fare con la democrazia. L’opinione è sostanzialmente la convinzione che ognuno di noi nutre nei confronti di fatti specifici, spesso anche in assenza di elementi di certezza. Formuliamo giudizi e opinione su tutto ciò che ci circonda, ma la pubblica opinione si declina in modo diverso a seconda dell’oggetto, che si tratti di un prodotto o di una legge.
Cosa è, dunque, l’opinione pubblica? È il giudizio o modo di pensare della maggioranza delle persone di un determinato gruppo o ambiente. Nella retorica politica molto spesso si utilizza il termine “opinione” come se fosse un sinonimo di popolo, nazione e così via; altrettanto frequentemente viene utilizzato il concetto di pubblica opinione per legittimare il proprio punto di vista. Accade di ascoltare, anche nelle ordinarie conversazioni, il ricorso a questo concetto: “tutti la pensano così”. È di certo difficile immaginare che tutti abbiano un’opinione univoca ed evidentemente si tratta di semplificazioni. Il concetto di pubblica opinione misura anche il livello di adesione o meno a determinate tesi e consente di quantificare l’attenzione rispetto a un tema; oppure, in altro campo, permette di registrare l’apprezzamento di una comunicazione pubblicitaria.
Il concetto di pubblica opinione si presta anche ad alcune insidie. Nessuna novità: già Platone distingueva, tra le diverse forme della conoscenza, la doxa, cioè l’opinione, rispetto all’episteme, che è la conoscenza. A partire proprio da questo rapporto dovremmo sempre domandarci quanto le opinioni siano distanti dalla realtà.
Misurare le opinioni è un fenomeno relativamente recente. Alla fine del Novecento, con l’affermarsi dei mercati, si origina l’esigenza di conoscere le opinioni dei consumatori. Le prime ricerche di mercato datano circa 1911. C’è un testo teorico delle ricerche di mercato che conia la frase “the customer is the king”. Il vero anno di legittimazione delle ricerche demoscopiche è tuttavia il 1936: in occasione delle elezioni presidenziali americane, George Gallup adottò il metodo della selezione di campioni di persone da intervistare per la rilevazione statistica; già in anni precedenti aveva una rubrica chiamata “America speaks” dove veniva impiegato questo metodo di intervista a campioni rappresentativi della popolazione, con andamento probabilistico. Nel 1936, Gallup lanciò una sfida a una importante testata, il “Literary Digest”, prevedendo di effettuare delle stime con due metodi diversi, quello di Gallup e quello allora in uso presso il giornale, per verificare quale sarebbe risultato il migliore, quindi il più attendibile rispetto al risultato effettivo delle elezioni. In quella circostanza circa 2.250.000 lettori del Literary Digest risposero al questionario indicando la propria intenzione di voto (tra Roosevelt e Landon) mentre Gallup intervistò 50.000 persone. Il pronostico di Gallup si avverò e vinse Roosevelt, sia pure con uno scarto di sei punti; viceversa, il Literary Digest preconizzò la vittoria di Landon, che uscì sconfitto. Si affermò così il sondaggio.
Sempre più spesso le aziende hanno bisogno di disporre di dati e informazioni sui propri clienti – attuali così come potenziali – prima del lancio di un nuovo prodotto, ma anche per testare una comunicazione pubblicitaria o la soddisfazione dei clienti. Il settore è ampio ed è rilevante stare al passo con le innovazioni che lo riguardano. Anche le neuroscienze aiutano a rilevare, per fare un esempio, le reazioni passive dell’individuo. La nostra parte irrazionale entra in gioco prepotentemente nelle scelte che noi facciamo, come teorizzò il premio Nobel per l’economia, Daniel Kahneman, psicologo e scopritore del comportamento non razionale del consumatore. Le reazioni passive possono essere misurate di fronte a una nuova confezione, un nuovo logo, un “pilot” e altro. L’innovazione, insomma, è dietro l’angolo e spetta agli statisti stare al passo coi tempi.
Dott. Nando Pagnoncelli, amministratore delegato di Ipsos Italia
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03Oct
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