14
Jun
Parliamo del concetto di riciclaggio. La mia generazione è nata con l’idea di usare e gettare. Si credeva che ci fosse uno spazio illimitato per buttare via qualsiasi cosa e che probabilmente la più grande discarica del mondo fossero gli oceani. Ora le cose sono diverse. Ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno spiegato che tutto questo è profondamente sbagliato; ho capito che molto di quello che facciamo contro l’ambiente è un boomerang che si ripercuoterà sul futuro. Questa sensibilità ha cominciato a permetterci di invertire il corso della nostra storia.
Entriamo in un punto delicato dello scenario del variegato mondo del riciclaggio. Si pensa che oggi tutti siano sostenibili e circolari e capita di udire, alle volte, anche dei grossi equivoci, per non dire corbellerie. Molti oggi si definiscono circolari, ma questo non è possibile, perché nessuno allo stato attuale è veramente circolare. Cerchiamo di dare delle definizioni. Il consumo lineare è quello che prevede un unico passaggio dall’acquisto allo smaltimento di un oggetto. Il riciclaggio, o economia del riciclo, aggiunge alcune fasi intermedie, nelle quali il prodotto viene riutilizzato abbassandone la qualità e, di conseguenza, la possibilità di essere riciclabile. Il riciclaggio si può dunque applicare una, due o tre volte ma non indefinitamente; in altri termini si ottiene una diminuzione o, meglio, un rallentamento dell’accumulo di rifiuti ma non la totale scomparsa. L’economia circolare è quella che prende le risorse una volta sola dal pianeta, riuscendo a preservarne il valore costantemente, potenzialmente all’infinito.
È tuttavia molto difficile pervenire a un modello di economia e di consumo circolare. Se non vi arriveremo, il conto da pagare sarà l’inevitabile declino, soprattutto per l’Europa, continente di trasformazione che importa in larghissima parte le materie prime da altri Paesi. Abbiamo visto nel caso dell’energia quanto la nostra dipendenza pesi, e non credo sia solo una questione di chi fornisce cosa; dipendere dall’Algeria o dal Qatar invece che dalla Russia non mi sembra nemmeno lontanamente una soluzione praticabile.
Proporre un modello circolare significa consumare risorse che possano garantire risorse anche alle future generazioni. Altrimenti fra 100 o 50 anni qualcuno rimarrà senza. Potremo forse mandare navi spaziali su Marte o sulla Luna per procurarci le materie prime, ma non penso sia una soluzione disponibile nel breve termine e, sulla lunghezza, non so quanto possa garantire la sostenibilità a una popolazione di 8 miliardi di individui. Una soluzione diversa, per esempio applicata al campo delle fibre sintetiche, prevede di usare un nylon proveniente dagli scarti. Perché il nylon? Perché è uno dei pochissimi materiali che, prelevato una volta dalla natura e poi recuperato accuratamente dagli scarti, può essere riportato a uno stadio precedente della propria catena di sviluppo chimica e quindi riutilizzato esattamente come se fosse una materia prima. Quando parliamo di riportarlo allo stato di materia prima, non intendiamo il petrolio, ma il monomero con cui si possono formare le catene di polimeri. Questo è possibile solo per pochi polimeri plastici, la poliammide e il polietilene (anche detto poliestere). Si può fare anche con altri materiali di sintesi, ma con prestazioni più basse.
Il nylon è una delle fibre sintetiche più importanti dal punto di vista quantitativo nel mondo. Costa poco ed è molto utilizzato negli imballaggi. Un altro utilizzo frequente si trova nelle reti da pesca, pur essendo impregnate da un anti-alghe a base di ossido di rame che deve essere separato al momento del recupero. Il recupero di questi materiali è piuttosto difficoltoso ma, a dire il vero, dall’ossido di rame si può recuperare del metallo di valore, l’acqua invece deve essere separata e non genera introito di sorta. Vi sono gli ulteriori costi dovuti alle operazioni di recupero e all’identificazione dei materiali di cui è composta la rete. Infine, si passa alla rigenerazione vera e propria, che non è un riciclaggio meccanico (che danneggerebbe il prodotto)! Questo è solo un esempio concreto di come funziona il mondo dell’economia circolare.
Giulio Bonazzi – Presidente Aquafil, Estratto della lectio del Master In Intelligence economica. IASSP 2023.
(A cura di Andrea Meneghel)
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03Oct
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