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May
Così come l’intelligence oggi non è una materia riservata ai soli servizi di informazione, allo stesso modo l’intelligenza artificiale non è più appannaggio esclusivo di chi si occupa di informatica o delle grandi multinazionali.
Siamo in un mondo nel quale è sempre più necessario poter anticipare i cambiamenti, prepararsi a governare le crisi, ed attrezzarsi per cogliere le nuove opportunità. Le crisi globali recenti, dal Covid all’Ucraina, hanno dimostrato alle aziende di qualunque dimensione l’importanza e la necessità di comprendere e anticipare gli eventi in grado di influenzare negativamente i mercati, le supply chain e la business continuity per prevenire le minacce.
L’intelligenza artificiale, la geo-intelligence, e la network analisi possono collaborare assieme proprio per rispondere a questa esigenza.
Ne parla Aldo Pigoli, professore di geo-intelligence e relazioni internazionali all’Università Cattolica: “Oggi le aziende hanno compreso la necessità di utilizzare l’intelligence per affrontare le incognite del mercato. La novità è che le nuove tecnologie consentono finalmente di attingere ad analisi e previsioni tipiche dell’intelligence con modalità che fino ad oggi erano precluse alle piccole e medie imprese a causa dei costi ingenti”.
Ciò che viene proposto è la costruzione di scenari di rischio all’interno dei quali si cerca di mettere in evidenza i punti deboli di una filiera di approvvigionamento, che per esempio risulta troppo esposta verso Paesi non sicuri. Allo stesso tempo, analisi di questo tipo sono fondamentali per intercettare le evoluzioni, individuare le opportunità e scoprire nuovi mercati. L’utilizzo sistematico dei big data, unito allo sguardo di insieme degli analisti, è infatti in grado di fornire strumenti concreti per ridurre il rischio di chi esporta o ha filiere estere di approvvigionamento, e contemporaneamente aiutare le imprese a individuare i mercati più promettenti costruendo scenari simulati con le probabilità di impatto di un dato evento.
L’analisi dell’evoluzione del commercio al retail delle singole contee americane, ad esempio, può essere un indicatore prezioso per comprendere le future tendenze sul mercato statunitense di un determinato prodotto chimico.
Pigoli è AD di BAIA (www.baia.tech): una start up innovativa nata per offrire alle aziende strumenti di market e geointelligence basati su intelligenza artificiale, data science e network analisi.
Gli strumenti che questa azienda mette in campo si basano proprio sull’utilizzo sistematico del machine learning applicato a quei dati finanziari, economici e sociali che oggi vengono diffusi in maniera sistematica, ma il cui potenziale rimane spesso inesplorato. “Si tratta – spiega Pigoli- di fare intelligence dei dati, trasformando quei numeri in informazioni e insight. In questo modo le imprese possono elaborare le proprie strategie con maggiore consapevolezza”.
L’obiettivo, tutt’altro che utopistico, è quello di orientare e tutelare la crescita delle aziende italiane nei mercati internazionali: e ciò che l’intelligenza artificiale offre è la possibilità di elaborare previsioni, sia sul lungo che sul breve termine, che sono originate tenendo conto di milioni di parametri e che, sulla base del modello elaborato, risultano le migliori possibili a partire dai dati di cui si dispone.
Gli strumenti informatici permettono così di elaborare nuovi scenari a costo basso, offrendo alle imprese modelli economici e di geointelligence che un tempo erano loro preclusi. Si tratta di una vera e propria “democratizzazione dell’intelligence”. “Ed oggi ne abbiamo i mezzi”, conclude Pigoli.
Andrea Carobene, Chief Technology Officer di Baia. Relatore seminario 22 aprile 2023 Master Intelligence economica IASSP.
Estratto della lectio del Master In Intelligence economica. IASSP 2023.
(A cura di Andrea Meneghel)
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03Oct
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