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È un piacere presentare una panoramica sulle funzioni dell’intelligence, di cui mi occupo.
Cominciamo con le questioni di proprietà intellettuale. Mettiamo che ci sia il sospetto che qualcuno stia per compiere un attacco o che la “marachella” sia già stata portata a termine e che l’oggetto di cui sono state sottratte le informazioni sia in produzione in un altro posto: ci si rivolge a un’ agenzia nel campo dell’intelligence. In quest’ultimo caso, l’attività passa spesso nelle mani di un avvocato, ma se non si sospetta che qualcuno abbia passato informazioni da una mano all’altra, in vecchio stile, la ricostruzione dei passaggi può essere complicata. Peggio se a rubare le informazioni è uno Stato che ha intenzione di avviare una produzione massiva all’interno di un grosso progetto di rilancio nazionale. Per arrivare a risultati relativamente a questi eventi non bastano le attività di ricerca giuridica, ma occorre qualcuno che segua un percorso di analisi completamente diverso.
Un’analisi si può applicare anche in anticipo per le strategie commerciali. Supponiamo di voler entrare nella vendita online in India e, in quel momento, stanno arrivando altri tre concorrenti. Si scopre che non è il momento migliore o che anzi è il momento buono, ma si deve entrare per primi, quindi accelerare i tempi, capendo come entrare al meglio.
La strategia commerciale può anche essere legata a quelle che sono le reazioni. Poniamo mente al caso in cui c’è un oligopolio, quindi i giocatori sono pochi, e allora si entra in un mosaico e bisogna avere presente che tipo di reazioni potrebbero avere le controparti. Potrebbero dare battaglia, più o meno aggressiva, al nostro prodotto con i prezzi, oppure considerarlo parte della normale attività di concorrenza commerciale. Spesso non si viene a sapere del coinvolgimento di attività di business Intelligence, ma queste vengono quasi sempre chiamate quando ci sono scontri consistenti di interessi. Sapere prima se ci sarà una guerra commerciale o no è un grande vantaggio e fa la differenza tra una strategia vincente o un insuccesso. A volte evita errori disastrosi, simili a quelli che hanno portato aziende a scappare da determinati mercati per non incorrere in una trappola.
Mi è capitato di ascoltare persone che si sono rivolte a servizi di intelligence dicendo che anche loro erano “smanettoni”. Non capisco questa associazione dell’intelligence a internet. Ci sono un sacco di strumenti di approfondimento sul web e anche l’intelligence alle volte si affida agli “smanettoni” esperti, ma non è questo il mestiere. Spesso si va ben oltre l’attività di ricerca, per quanto sofisticata su internet. La prima cosa a fare la differenza è la disponibilità economica: per fare un lavoro di qualità c’è bisogno di interrogare le banche dati, che costano molto. Alle volte si trova qualcosa anche cercando fra le notizie recenti, però chi ha accesso alla banca dati dell’Ansa, che rimonta al 1980, magari ne trova di più. Tutta un’altra scala se si interrogano i canali stampa del mondo rispetto ai pochi conosciuti. Le banche dati sono tantissime e fanno cose diverse: alcune sono legate a esiti legali, per esempio raccolgono sentenze, altre a notizie della stampa, altre contengono informazioni come numeri di telefono vecchi, e-mail e, insomma, ci sono aggregatori di ogni tipo.
Il punto numero due sono le capacità tecniche degli esperti, perché a volte le informazioni sono reperibili ma devono essere lette in un certo preciso modo. La CIA ha messo un gioco on line in cui fanno vedere una foto e cominciano a fare una serie di domande su possibili informazioni da ricavare. Serve a rendersi conto di quante informazioni una semplice foto può veicolare e di quali tipi soggetti diversi possono individuare. Nell’intelligence interviene la divisione del lavoro, perché ci sono persone esperte per determinate cose. L’intelligence è in grado di identificare fonti e fornire informazioni come non si potrebbe fare da soli in un pomeriggio. Una informazione acquisibile da chiunque non è un vantaggio, non ha valore perché è alla portata di tutti.
Estratto della lectio di Marianna Vintiadis, Chief Executive Officer at 36Brains, già Ceo Kroll, Master In Intelligence economica. IASSP 2023 – Tuto dell’Istituto
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