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Nov

Con decreto del 1 giugno 2021, ed istituita da pochi giorni, prende vita la Rete di Epidemic Intelligence, rientrante nel “Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale”.
Il piano prevede quattro obiettivi strategici a lungo raggio che mirano al costruire un meccanismo di analisi di previsione filtrando contenuti provenienti da fonti aperte sul web, in modo da ottenere informazioni circa il propagarsi di nuovi virus in tempi rapidi.
Tra i quattro obiettivi rientra la riduzione di numero di casi e vittime durante una futura pandemia, la tutela degli operatori sanitari e del personale coinvolto nell’emergenza, la riduzione dell’impatto della pandemia influenzale sui servizi sanitari e sociali ed in ultimo, il preservare funzionamento della società ed attività economiche.
Quanto ad operatività, la rete di Epidemic Intelligence, attraverso l’analisi di piattaforme di biosorveglianza – un esempio può essere MedISys che raccoglie una lista di tutte le malattie trasmissibili in stato di sorveglianza in Europa – dovrà compilare bollettini a cadenza settimanale in cui identificare potenziali minacce alla sanità pubblica nazionale.
Tra le altre fonti per la raccolta di informazioni troviamo ProMED, un secondo programma di monitoraggio malattie attualmente attivo, Facebook, Twitter, CIDRAP, ReliefWeb piattaforma dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari Umanitari, che si occupa di aggiornamenti live delle principali crisi e disastri umanitari. I referti passerebbero poi al Ministero della Salute che si occupa di validarne le informazioni e il livello di rischio, adottando poi le misure di sicurezza inviduate.
Già a dicembre del 2006, uno studio dal titolo “Epidemic intelligence: un nuovo quadro per rafforzare la sorveglianza delle malattie in Europa” a cura di
C. Paquet1, D. Coulombier2, R. Kaiser2, M. Ciotti2 1. Institut de Veille Sanitaire, Saint-Maurice, France 2. European Centre for Disease Prevention and Control, Stockholm, Sweden |
Come si legge sul sito epicentro.iss.it, “L’Italia, dal febbraio 2010 al febbraio 2011, ha sviluppato un progetto pilota per la realizzazione di un sistema di allerta rapido basato sui principi dell’Epidemic intelligence. Il progetto, chiamato EpiInt, ha prodotto 47 newsletter (EpiInt weekly) contenenti una raccolta settimanale dei principali eventi di interesse nazionale e internazionale, principalmente nell’ambito delle malattie infettive, e ha diramato 21 segnalazioni urgenti a esperti del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità (Iss), I destinatari diretti del bollettino settimanale alla fine della sperimentazione erano 131, distribuiti in tutte le Regioni e Province autonome. A questi si sono aggiunti numerosi destinatari indiretti a cui il bollettino veniva inoltrato (almeno 464 professionisti, principalmente impiegati presso le Regioni, le Asl e i servizi di Medicina dei viaggi).”
In un secondo studio/progetto pilota, chiamato ” Il contributo della sorveglianza digitale alla sorveglianza delle malattie infettive in Italia, 2007-2017″ si erano individuati referenti per l’epidemia Intelligence in tutte le regioni italiane. Nel finale dell’incipit del disegno di ricerca si leggono i fini dello studio ” La produzione di questo rapporto, che sistemizzi le conoscenze maturate in ambito nazionale sulla sorveglianza basata su eventi, si propone di contribuire a rafforzare la cultura dell’epidemia Intelligence e a supportare la creazione di un network italiano di referenti per l’analisi, ricezione e/o validazione di eventi”.
E’ evidente come il lavoro di ricerca partito dallo studio Epidemic Intelligence del 2006 sia stato validato nel corso degli anni, passando attraverso un progetto pilota nel 2011, per poi vedere le conclusioni di utilità di una rete di Epidemic Intelligence nello studio del 2017 .
Nello stesso 2006, lo studio evidenziato in alto, analizzava la necessità di un meccanismo nazionale di epidemic intelligence che operasse in casi di emergenza, nonché al verificarsi di un’epidemia con le seguenti parole: ” In un ambiente in rapida evoluzione, le istituzioni nazionali responsabili della sicurezza sanitaria non possono più fare affidamento solo sui tradizionali meccanismi di segnalazione delle malattie che non sono progettati per riconoscere l’emergere di nuovi rischi. L’intelligence sulle epidemie fornisce un quadro concettuale all’interno del quale i paesi possono adattare il proprio sistema di sorveglianza della salute pubblica per affrontare nuove sfide.
L’intelligence epidemica (EI) comprende tutte le attività relative all’identificazione precoce di potenziali rischi per la salute, alla loro verifica, valutazione e indagine al fine di raccomandare misure di controllo della salute pubblica”.
In evidenza immagine di Politico.com
Di redazione, RB
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