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Sep
Di Redazione RB
Il più grande gruppo cinese del settore immobiliare è in fase di crisi profonda. Il 2019 è stato l’anno peggiore dove le vendite sono crollate dal 60% al 3%. La passività del gruppo a breve scadenza è per più dell’80% del credito totale. Una nazionalizzazione del gruppo può risultare una delle vie percorribili. Ma stiamo parlando di 300 miliardi di dollari.
Meno di 24 ore fa, si apprende dal Financial Times, l’autorità monetaria di Hong Kong ha inviato un comunicato in cui ha chiesto alle istituzioni finanziarie di segnalare le esposizioni in corso su Evergrade. Evergrade oggi è messo al muro da 305 miliardi di dollari e resta il secondo marco sviluppatore immobiliare nazionale e internazionale cinese. Lo stesso Bloomberg ha evidenziato che le banche sarebbero state sollecitate la scorsa settimana a rispondere con un margine di 24 ore sugli impegni finanziari verso Evergrande, lo sviluppatore più indebitato della Cina, sia in termini di prestiti sia di derivati.
La situazione di Evergrade resta di primo taglio. Dopo il coupon non onorato il 23 settembre da 83,5 milioni, c’è un secondo coupon in scadenza prima della fine di settembre da 47,4 milioni. E’ arrivato anche l’atteso taglio di Fitch, che ha passato il rating su Evergrade da CC a C. Questo passaggio è stato giustificato da Fitch come «Il declassamento riflette il fatto che è probabile che Evergrande manchi il pagamento degli interessi su titoli senior non garantiti».
Come si legge sul Corriere, “Il colosso sviluppatore immobiliare cinese sull’orlo del default ha comunicato alla borsa di Hong Kong che venderà la quota di partecipazione che detiene nella Shengjing Bank, pari a 1,75 miliardi di azioni, alla Shenyang Shengjing Finance Investment Group, per un valore di 5,70 yuan per azione, allo scopo di raccogliere liquidità, a fronte di un debito monstre”.
Il gruppo è guidato da Xu Jianyin, un uomo d’affari miliardario cinese sviluppatore immobiliare cinese. Hui è il maggiore azionista del China Evergrande Group. Ha più di 700 progetti in più di 240 città della Cina, tra cui Pechino, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen. Scrive il Corriere, ” E quando guardavamo alle città fantasma cinesi, enormi palazzoni disabitati — altro e ben più allarmante segnale di febbre finanziaria — forse siamo stati indotti a credere che l’esuberanza dell’economia cinese fosse tale da rendere profittevole la costruzione di interi quartieri senza abitanti. Come fossero un «polmone» necessario in una crescita tumultuosa e senza freni. Evergrande ha lanciato 778 progetti immobiliari in 223 città. Ma da sempre, anche nella Cina dei miracoli economici, della moltiplicazione dei miliardari, l’invenduto e il non pagato sono gli ingredienti fissi di ogni scandalo immobiliare”.
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