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Jul
Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la tassazione minima globale, con una successiva riallocazione dei profitti, consentirebbe di tassare oltre 100 miliardi di dollari che ogni anno non vengono controllati dal fisco.
La novità riguarda, in gran parte, aziende con un fatturato annuo di almeno 750 milioni alle quali si applicherebbe un aliquota di almeno il 15% nel paese dove le nazionali operano, e prescindendo da dove si trovino le rispettive sedi legali. L’Ocse stima che l’aliquota al 15% potrebbe raggiungere un gettito aggiuntivo di 150 miliardi di dollari.
Lo studio condotto dall’ Osservatorio fiscale europeo ha calcolato che con una tassazione al 15%, l’UE fermerebbe 48,3 miliardi di euro, mentre gli Stati Uniti ne assorbirebbero 40,7 miliardi. In questo modo, la corsa all’estero alla ricerca di un fisco generoso sarebbe totalmente annullata sulla base dell’accordo internazionale. Con una imposta al 15% lo studio ha calcolato che la petrolifera olandese Shell verserebbe 1,3 miliardi di tasse sui profitti attuali, così come il colosso assicurativo tedesco Allianz avrebbe una tassazione sui profitti da versare in Germania di 286 milioni di euro.
Come nota EuropaToday “i singoli Stati europei potrebbero imporre un aumento delle imposte nazionali sui profitti avendo più vantaggi, che perdite. Secondo lo studio, infatti, se un Paese Ue agisse come “first mover” potrebbe collezionare fino al 70% di tasse in più sui profitti delle multinazionali di casa e di quelle estere. I ricercatori suggeriscono che sarebbe meglio se questa azione fosse coordinata anche con un gruppetto di Stati membri, in assenza di intesa a livello Ue”.
La misura è stata approvata dai ministri dei 20 paesi più ricchi del mondo e condivisa da 130 Stati che contribuiscono al 90% del Pil mondiale. La bozza della “minimum global taxation”: non ha presentato rilevanti novità rispetto ai documenti già concordati. Il tavolo di lavoro ha confermato l’aliquota minima globale al 15% e la possibilità, per i Paesi in cui la multinazionale opera di più, di tassare una piccola parte dei profitti. Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni ha commentato l’accordo raggiunto il 10 luglio come “giornata storica”.
Di redazione, RB
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