05
May
Gli analisti militari e di sicurezza hanno affermato che la creazione della task force significa che gli Stati Uniti stanno integrando strumenti di guerra militari e non militari per contrastare la Cina. L’articolo di Giuseppe Gagliano
Non esiste alcun dubbio, sotto il profilo strategico, che l’uso avversario della Guerra della informazione, e cioè della disinformazione e propaganda, rappresenta una delle maggiori sfide odierne per gli Stati Uniti, non solo per il Dipartimento della Difesa.
Come sappiamo la guerra dell’informazione include l’uso di media tradizionali, social media, guerra informatica, propaganda e disinformazione.
Proprio per questo gli Stati Uniti affermano che gli alleati sono fondamentali per garantire che “i nostri concorrenti non ottengano il pass gratuito e per riconoscere ciò che è vero dalla finzione”.
Non deve destare allora alcuna sorpresa il fatto che militari e analisti americani prevedano che una guerra dell’informazione sulla regione indo-pacifica si intensificherà.
Proprio per questo le forze armate statunitensi hanno deciso di istituire una task force volta a soffocare l’influenza e le operazioni di informazione della Cina. Gli analisti militari e di sicurezza hanno affermato che la creazione della task force significa che gli Stati Uniti stanno integrando strumenti di guerra militari e non militari per contrastare la Cina.
La realizzazione della task force nella regione del Pacifico è stata rivelata dal generale Richard Clarke, a capo del comando per le operazioni speciali, in una riunione del comitato per i servizi armati della Camera a marzo, quando ha affermato che gli Stati Uniti dovevano reprimere la disinformazione da parte della Cina.
In una precedente riunione del comitato quel mese, Christopher Maier, assistente segretario alla difesa per operazioni speciali/conflitti a bassa intensità, aveva affermato che l’esercito americano avrebbe intensificato la lotta alla propaganda, alla disinformazione e all’inganno, alla protezione della forza e all’interruzione delle capacità di influenza avversaria.
Questa risposta da parte americana è pienamente legittimata dal fatto che la guerra dell’informazione si intensificherà come parte degli sforzi della Cina per indebolire la proiezione di potenza degli Stati Uniti e degli alleati, in particolare su Taiwan e nel Mar Cinese Meridionale.
Di Giuseppe Gagliano, pubblicato su startmag.it
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