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Apr
Una storia di spionaggio che ha dell’incredibile. Roma è diventata nella giornata di ieri – si presume lo fosse da diversi mesi – il teatro di un incontro segreto tra una spia italiana e Dmitrij Ostroukhov, membro del Gru, intelligence militare russa che opera all’estero. Il Gru è un servizio di intelligence che si differenzia dal KGB in quanto risponde allo Stato Maggiore delle Forze armate. Lo stesso Gru, nel 2016, è stato al centro delle sanzioni americane per le operazioni di disinformazione durante le elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Sempre il Gru fu accusato di aver violato le macchine elettorali VR System durante la tornata elettorale Clinton-Trump.
Tutto questo appare di notevole rilevanza in un’ottica Nato globale. Appena una settimana fa l’ambasciatore russo negli Stati Uniti era stato richiamato dopo le pesanti dichiarazioni di Biden sul presidente russo Vladimir Putin. L’ultimo mese è stato centrale per la rinascita del patto di difesa Nato. In poche settimane l’asse atlantico ha preso una posizione di rilievo nel panorama globale e nella guerra commerciale sanzionando, per la prima volta, la Cina per le gravi violazioni in campo di diritti umani. Le partire aperte sono dislocate in diverse aree sensibili per gli interessi economici dei blocchi emergenti. Le riserve nucleari e quelle di risorse fossili i campi di contesa.
Al centro dello scandalo che ieri ha portato all’espulsione di due diplomatici russi dall’ambasciata italiana c’è Walter Biot, capitano di fregata di Pomezia, che da un numero di mesi ancora in fase di verifica forniva informazioni secretate inerenti alla Nato, fotografando con il suo smartphone i documenti sul monitor di lavoro, e salvando il tutto all’interno di una mini scheda che nascondeva nel bugiardino di una normale scatola di medicinali.
Roma al centro, Nato da una parte Russia dall’altra
Sono le sei del pomeriggio del 30 marzo quando una corsa lungo i vicoli della capitale si risolve con l’arresto di un funzionario italiano e il fermo di un diplomatico russo che spaccano in due il panorama politico mondiale. L’Aisi, reparto di intelligence italiana, lavorava da mesi all’operazione. L’ufficio di interesse all’interno del quale era in carica l’ufficiale Biot è il Terzo Reparto, “Ufficio di politica militare e pianificazione”. Un ufficio di deposito di informazioni di analisi e pianificazione Nato con livello di importanza non di primo rango. Proprio il capo stazione del Gru a Roma di nome Sergej Razov riesce ad agganciare nel 2020 Biot, fissando consegne mensili alla stessa ora giorno e luogo, disponendo come tramite proprio Ostroukhov, militare russo del Gru in Italia.
I due funzionari russi espulsi dall’ambasciata
La palla ora passa al ministero degli esteri con Luigi Dimaio che nelle ore immediatamente successive aveva già notificato l’espulsione per due diplomatici coinvolti dell’ambasciata russa. L’ambasciata russa non si è lasciata a commenti, limitandosi a dichiarare di aver notificato il fermo di un funzionario russo. Le prossime ore saranno cruciali, in attesa da una parte dell’interrogatorio in cui si cercherà di tracciare i contorni poco chiari del come si sia costruita la vicenda, dall’altro lato si attendono le posizioni dei 30 Stati che sono interessati alla fuga di informazioni. Seppur il livello di criticità della sicurezza delle informazioni vendute non sia di primo interesse – si dovranno attendere le indagini per verificalo – la neo strategia di presa di posizione capeggiata proprio dal neopresidente Biden è sempre più una questione delicata da gestire.
I due russi espulsi si chiamano Aleksey Nemudrov e Dmitri Ostroukhov. Sono due funzionari operativi nell’ambasciata russa a Roma. Dal primo interrogatorio sono vaghe e confuse le risposte dell’ufficiale Biot, “Sono frastornato ma chiarirò”, si è avvalso quindi, in un primo momento, della facoltà di non rispondere davanti al gip.
La Russia comunica la speranza che i legami con l’Italia siano “preservati” nonostante la vicenda di Roma. Lo auspica il Cremlino citato da RIA Novosti. Il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov commenta i fatti delle ultime ore: “Ci dispiace per l’espulsione da Roma di due dipendenti dell’ambasciata russa. Stiamo approfondendo le circostanze di questa decisione. Faremo un ulteriore annuncio sui nostri possibili passi in relazione a questa misura, che non corrisponde al livello delle relazioni bilaterali”, la situazione da tesa è diventata tesissima. Lo stesso Lavrov aveva aperto una crisi diplomatica quando a febbraio ammonì l’Europa ritenendosi pronto a interrompere qualsiasi rapporto con l’Unione Europea.
Giorgio Cuzzelli, docente di Sicurezza internazionale all’Orientale di Napoli, commenta asserendo che fatti di spionaggio e controspionaggio avvengono con normalità. Il professore spiega “Questa volta il fatto è venuto fuori in maniera così plateale perché qualcuno, evidentemente, ha voluto renderlo pubblico, si tratta di un segnale politico a più livelli. Innanzitutto, è un segnale interno per dire che nessuna ‘svista’ sarà tollerata. Secondo, è un segnale ai nostri alleati sul fatto che l’Italia fa la sua parte e non accettiamo lezioni da nessuno. Terzo, è un segnale chiarissimo alla Federazione russa, della serie: smettetela”
Di Redazione, RB
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