29
Jan
Vaccini, come accelerano Russia e Cina. Il Punto di Giuseppe Gagliano*
Sia la Cina che la Russia – com’era d’altronde prevedibile osservando con attenzione le linee di forza delle loro rispettive politiche estere – si stanno servendo del Covid per incrementare la loro sfera di influenza a livello globale sia per implementare a livello di azienda i profitti enormi legati alla vendita dei vaccini. Incominciamo dalla Cina.
Il Covid-19 ha consentito alla Cina di rafforzare la sua posizione geopolitica nel contesto delle petromonarchie. Infatti il 9 dicembre gli EAU hanno approvato il vaccino cinese noto come Sinopharm e prodotto dalla China National Pharmaceutical Group Corporation; il Bahrein lo ha approvato il 13 dicembre.
Questa cooperazione in un settore così delicato non deve destare alcuna sorpresa: infatti gli EAU non solo esportano $ 17,4 miliardi di merci in Cina nel 2018, ma il Bahrein, nel 2018 ha venduto alla Cina 359 milioni di dollari in merci, ricevendo nello stesso anno 1,65 miliardi di dollari in prodotti cinesi. Un discorso analogo può essere fatto anche per il Kuwait, l’Oman e l’Arabia Saudita: questi paesi hanno infatti inviato la quota maggiore delle loro esportazioni in Cina nel 2018.
Tuttavia bisogna precisare che Sinopharm ha valutato l’efficacia del suo vaccino al 79%, cioè al di sotto del numero indicato dai funzionari del Bahrain e degli Emirati all’inizio del mese. Il vaccino Sinopharm è anche inferiore allo standard fissato dai suoi concorrenti Moderna e Pfizer, che hanno un’efficacia di oltre il 90 percento.
Attraverso la distribuzione del vaccino la Cina intende porre in essere una politica di influenza speculare a quella russa ed in aperta competizione politica ed economica con gli USA. Anche la presenza cinese in Brasile e Turchia ha la stessa finalità nonostante il fatto che abbiano riportato risultati divergenti su un altro vaccino cinese, sperimentato da Sinovac Biotech. La Turchia ha descritto infatti il vaccino Sinovac come efficace al 91% sulla base di risultati provvisori limitati di studi clinici, ma il Brasile ha fornito una stima molto inferiore di circa il 50%.
Sotto il profilo tecnico i vaccini Sinopharm e Sinovac presentano anche meno sfide sia in relazione al trasporto che alle modalità di immagazzinamento rispetto ai vaccini di Moderna e Pfizer. Tuttavia, anche sul fronte dei vaccini come di quello militare, la parola di ordine è diversificare: gli EAU inoculerà gratuitamente i suoi residenti con il primo lotto di vaccino Pfizer ed anche Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar e Arabia Saudita stanno distribuendo il vaccino Pfizer.
Se la Cina ha potuto agire al pari dei suoi concorrenti questo dipende anche dal fatto che il Dragone ha attuato una politica estera all’insegna della non interferenza negli affari interni di altri paesi. Analogamente il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti, a loro volta, non hanno dato alcun giudizio di ordine politico sia sulla detenzione degli uiguri da parte della Cina sia sulla repressione dei manifestanti di Hong Kong.
Veniamo adesso alla Russia. L’Argentina riceverà le prime dosi del vaccino russo Sputnik V come indicato dal portavoce del Ministero della Salute Margín Sabignoso durante una conferenza stampa, vaccino che è stato messo a punto dal Centro Gamaleya in collaborazione con il Fondo russo per gli investimenti diretti. Ma anche gli Emirati Arabi Uniti hanno approvano l’utilizzo del vaccino russo Sputnik V sul proprio territorio grazie agli investimenti del Fondo russo per gli investimenti diretti che altro non è che il fondo sovrano della Russia istituito nel 2011 dal governo russo. Infatti il Fondo ha investito e impegnato a questo scopo 1,7 trilioni di rubli, anche grazie alla capacità manageriali del suo amministratore delegato Kirill Dmitriev.
Complessivamente, più di 1,5 milioni di persone sono già state vaccinate con Sputnik V. Inoltre esistono due aspetti di estremo significato sulla efficacia di questo vaccino: in primo luogo la temperatura di conservazione (+2 – +8 gradi Celsius), consente di conservarlo in un normale frigorifero senza la necessità di servirsi di complesse infrastrutture complementari per la catena del freddo e in secondo luogo il suo costo che si aggira sui 10 dollari a dose, lo rende disponibile in tutto il mondo.
*Articolo originale pubblicato su https://www.startmag.it/mondo/vaccini-russia-cina/
Fonte immagine https://www.startmag.it/sanita/tutte-le-stilettate-fra-bruxelles-e-mosca-sul-vaccino-sputnik-parte-la-vaccinazione-in-russia/
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03Oct
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