04
Nov
Nei prossimi anni la nutraceutica potrà avere un ruolo fondamentale in tema di prevenzione. Anno dopo anno, la spesa sanitaria continua ad aumentare. L’aumento delle malattie croniche, l’innalzamento del tenore di vita, il progresso tecnologico e l’invecchiamento della popolazione sono le cause di questo profondo squilibrio.
Tra questi quattro fattori inflazionistici, in particolare l’aumento delle malattie croniche ha dato un forte contributo all’aumento della spesa pubblica sanitaria; tuttavia l’implementazione di un approccio di prevenzione pena ancora a trovare terreno fertile. È ragionevole ritenere che, sviluppando la prevenzione, si possa agire a monte sui principali fattori che determinano le malattie croniche e sui loro fattori di rischio. A titolo informativo, basti ricordare che si stima che il 60% dei decessi e il 45% della spesa sanitaria in tutto il mondo siano attribuibili a fattori modellabili grazie alla prevenzione. L’obiettivo di migliorare lo stato di salute della popolazione, nonché di rendere sostenibile sul lungo termine la spesa sanitaria nazionale, non può più essere rinviato.
Il raggiungimento (anche parziale) di questo obiettivo potrebbe dunque avere un triplice effetto positivo: sulla conservazione della salute della popolazione e sul bilancio statale relativo alla spesa sanitaria nazionale, nonché un effetto benefico per l’economia nazionale dei paesi capaci di cogliere questa nuova sfida ed in particolare per la aziende che sapranno utilizzare le nuove tecnologie che consentono di prevedere efficaci strategie preventive, come le e-health, la scienza genomica, i Big data (in particolare nel contesto cosiddetto del “farmaco 4P”: predittivo, preventivo, personalizzato e partecipativo).
Esistono già strumenti di prevenzione poco costosi, ma non sono sufficientemente utilizzati e la nutraceutica ne è un esempio. In questo senso, per chi opera nel promettente settore della nutraceutica, la sostenibilità del sistema sanitario nazionale deve funzionare come la stella polare, attorno alla quale costruire una logica di benessere quotidiano e un’attitudine di prevenzione, un movimento del “prevenire piuttosto che curare” che i consumatori vanno guidati ad abbracciare.
È evidente che questo nuovo approccio debba essere sposato in primis dal settore sanitario e dal personale medico, ma anche le aziende del settore possono giocare un ruolo fondamentale in questa nuova partita: il tessuto economico italiano, ha tutte le conoscenze e il know-how per sfruttare al massimo le opportunità economiche che può offrire il settore della prevenzione, e più in particolare quello della nutraceutica.
Estratto dalla tesi del Master in “Intelligence Economica” ed. 2019-2020
Candidata Daisy Boscolo Marchi
Tutors Eros Iob, Paolo Berra, Lelio Gavazza
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