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Nov
L’impiego di tecnologia di provenienza militare per soddisfare le necessità del mondo industriale e la circolazione delle merci per favorire lo sviluppo sono storicamente due aspetti spesso potenzialmente pericolosi per la tenuta del sistema Paese.
Il concerto di applicazione duale (dual use) ha permesso di definire quei prodotti che potrebbero avere ricadute industriali ma che è bene siano tenuti sotto controllo per non farli cadere in mani nemiche. L’evoluzione dal concetto di guerra dichiarata a quello di guerra asimmetrica, gli atti di terrorismo, la globalizzazione e il nuovo spazio cibernetico ove ci si muove a velocità molto superiore delle regole stabilite tra i vari Stati porta ad una naturale obsolescenza del concetto statico di uso duale della tecnologia militare. Per il verso opposto della dualità è sempre maggiore la casistica di tecnologia civile che per alcuni aspetti o evoluzioni risulta più avanzata di quella militare.
Il tessuto socio-economico associato alle PMI è da sempre stato il riferimento del tessuto sociale e di sviluppo della nostra società, specie nelle nostre regioni ove una buona percentuale del PIL sia economico che di sostenibilità è associato alle piccole e medie imprese. Negli ultimi decenni alle PMI, grazie anche a progetti di finanziamento sia bancario (fondi BEI o similari) che strutturali e di sviluppo, ad esempio i programmi europei FP7 o H2020, è stata demandata buona parte della ricerca cofinanziata volta allo sviluppo di nuove tecnologie e applicazioni.
Se nei progetti di inizio millennio il TRL (Technology Readness Level, indice che esprime il livello di maturità tecnologia di un progetto/prodotto e di cui parleremo più nel dettaglio nel paragrafo 2.3) in cui le PMI erano coinvolte era relativamente alto (tipicamente dal TRL6 in su), lasciando alle grandi industrie strategiche lo sviluppo di ricerca applicata e di base in collaborazione con università e centri di ricerca, nell’ultimo decennio le PMI sono state coinvolte anche su progetti di ricerca di base o fortemente innovativa in associazione con università e altre PMI sia italiane che estere.
Da un lato questo ha contribuito, per le PMI con vedute innovative, ad una maggiore internazionalizzazione e innovazione e dall’altro esse sono risultate – e sono tuttora – esposte ad attività di intelligence economica esterna che difficilmente riescono a fronteggiare non avendone i mezzi tipici di grosse società e spesso neanche la sensibilità dell’argomento.
In contemporanea a quanto sopra si è sviluppato sempre più il concetto del dual use che esprime l’impiego di tecnologia tipicamente appartenente ad un settore militare o sottoposto a restrizioni anche in ambito civile/industriale o, viceversa, tecnologia civile che ha un potenziale impiego in ambito militare e da non sottovalutare in riferimento alle nuove situazioni geopolitiche. Il passaggio di tecnologia dal settore militare al settore civile ha permesso agli enti promotori di abbattere i costi di realizzazione e gestione dei vari progetti ed ai loro clienti di ricevere un servizio o sistema ad alta tecnologia seppur spesso depotenziata rispetto alle potenzialità di impiego primarie.
Un esempio tipico è l’impiego dei satelliti per telecomunicazioni o i giubbetti antiproiettile o sempre più gli sviluppi tecnologici nel cyberspazio. A riprova di quanto sopra è l’esistenza in Italia di una Agenzia Difesa che mette a disposizione le competenze dei propri reparti per attività richieste dal mondo industriale e specialmente dalle PMI.
La Agenzia Difesa Servizi S.p.A., società con socio unico il Ministero della Difesa, opera come soggetto giuridico di diritto privato per la gestione economica di beni e servizi che il dicastero può mettere a disposizione ed in particolare anche la promozione di servizi e prestazioni tecniche legate alle attività di produzione tecnica del Ministero (es. arsenali o imprese della Difesa). Espletate le giuste formalità ed iter autorizzativi, anche la PMI può accedere a risorse ad alto contenuto tecnologico, sfruttando risorse che solo laboratori o strutture della Difesa possono avere.
Da qui nasce l’esigenza, come già sperimentato per la classificazione TRL, di dare anche una indicazione di classificazione del livello dual use (DUL) per aiutare le imprese a capire a che livello di rischio il proprio prodotto/servizio si colloca e quindi riuscire a prevenire con un piano appropriato sia eventuali rischi dovuti alla concorrenza e sia (peggio) a incorrere in sanzioni per aver venduto un prodotto potenzialmente di interesse strategico.
La potenzialità quindi del dual use nella visione moderna non deve essere vincolata solo al rischio di creazione di armi di distruzione di massa e quindi alla relativa protezione frontaliera, ma anche in ugual misura della protezione del prodotto/servizio che potrebbe creare debolezza alla nostra struttura sia come sistema Paese che come aziende. Il riconoscimento da parte degli enti governativi preposti della potenzialità di tale classificazione per una maggior trasparenza nei rapporti con le PMI e tra PMI e attori esteri sarà di impulso sia ad un rapporto tra PMI e Istituzioni più trasparente e propositivo sia nella protezione di beni materiali e non materiali rispetto alla aggressività commerciale di altre nazioni.
Estratto dalla tesi del Master in “Intelligence Economica” ed. 2019-2020
Candidato Alberto Monici
Tutor Vito Manfredi Latilla, Carlo Musso
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