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Apr
Nel giugno del 2013, il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian abeva dichiarato che la cyberdifesa è una “priorità nazionale”. Per illustrare ciò, la Francia ha stanziato un budget annuale di 30 milioni di euro per rafforzare la base industriale della tecnologia della difesa e della innovazione .
Tuttavia già nel 2011 l’Agenzia nazionale per i sistemi di informazione sulla sicurezza (ANSSI) ha posto in essere un dispositivo di deterrenza e un dispositivo offensivo per preparare i cyber-combattenti . Queste ambizioni dello Stato francese illustrano la consapevolezza della centralità della difesa cibernetica sia per salvaguardare la sovranità statuale che per la sicurezza delle imprese. A questo proposito le imprese devono essere metodologicamente consapevoli che il cyberspazio non ha confini netti o quadri giuridici internazionali ma rimane aperto a tutti i paesi e a tutti i tipi di attori. Uno dei degli aspetti più rilevanti nel contesto della guerra cibernetica è certamente la destabilizzazione economica che può arrecare alle imprese, destabilizzazione che può arrecare danni per centinaia di milioni di euro. Proprio per questo le aziende devono investire sempre di più, e meglio, nella sicurezza informatica perché, rispetto a quella degli stati, le loro capacità di difesa rimangano chiaramente inadatte al potenziale offensivo degli attori statali. Infatti le aziende saranno sempre più esposte al rischio cyber, considerato il maggiore uso delle tecnologie e il crescente valore degli asset immateriali. Sarà perciò necessario adottare un approccio integrato alla cyber security, sia nell’ambito della cultura aziendale che delle politiche di risk management.
Allo scopo di porre in evidenza la pericolosità per le nostre imprese il Lloyd’s City Risk Index, sottolinea che gli attacchi cyber sono la seconda maggiore minaccia in Europa poiché l’economia europea è sempre più dipendente dalla tecnologia. Lo studio mostra che in Europa c’è il numero più elevato di società colpite da attacchi cyber. La maggiore penetrazione di PMI e la debolezza delle loro misure a protezione della sicurezza informatica sono fattori chiave alla base dell’elevato numero di aziende colpite in Europa. In particolare il report pone l’enfasi sul fatto che sono i settori retail, servizi e manifatturiero ad essere i principali destinatari degli attacchi. Il rapporto prevede anche elevate perdite indirette in conseguenza degli effetti del contagio sul commercio internazionale. Se infatti il 50% dei beni europei si muove per mare l’impatto sui porti e sul trasporto marittimo nel continente potrebbero causare uno shock indiretto all’intera economia. La realtà che le aziende devono accettare è che non si tratta di sapere se saranno attaccate ma quando saranno attaccate. Proprio per questo il master sulla Intelligence economica proposto dallo Iassp si rivela uno strumento indispensabile per formare e preparare i futuri cyber guerrieri.
Giuseppe Gagliano
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