19
Nov
Dopo mesi di negoziati durante i quali le relazioni politiche tra Roma e Parigi sono state particolarmente tese, Fincantieri ha firmato l’acquisizione del 50% del capitale dei cantieri di STX di Saint-Nazaire nel febbraio 2018. Con questa operazione finanziaria da 59,7 milioni di euro, il gruppo pubblico di costruzione navale italiano intende porre in essere la realizzazione di un gruppo navale a livello europeo, scelta questa pienamente legittima in un contesto di guerra economica a livello mondiale.
Naturalmente il gruppo italiano non è la prima volta che sigla accordi tra gruppi navali. Infatti nel 2014, Fincantieri si era già alleata con l’impresa cinese China State Shipbuilding Corporation (CSSC) allo scopo di creare una joint-venture destinata alla progettazione e alla costruzione di navi da crociera. Spinta fortemente da uno dei suoi principali clienti e numero uno del settore, il gruppo americano Carnival, l’impresa italiana ha opportunamente colto l’occasione per moltiplicare la sua attività in una regione strategica in previsione di una piena crescita per il mercato delle crociere marittime nel prossimo anno (in 15 anni la crescita globale del settore è stata del 77% in termini di numero dei passeggeri, che nel 2003 erano soltanto in 12 milioni a prendere il mare, mentre per il 2019 si prevedono più di 25 milioni di passeggeri).
La presenza del crocierista americano Carnival nell’accordo con la cinese CSSC non è una sorpresa. Principali clienti di Fincantieri da diversi anni sia nell’ambito civile (Carnival Cruise Line, Costa, P&O, Holland America) che militare (programma Littoraal Combat Shièp della classe Freedom per la marina militare americana), gli Stati Uniti hanno tuttavia visto decrescere dal 2014 la loro quota nell’attività dei cantieri italiani in maniera considerevole (solo 9 navi su 26 ordini processati sono destinati al leader americano).
Ebbene la Cina, assente per circa dieci anni dal mercato delle navi da crociera, sta cercando di recuperare il gap accumulato anche attraverso un accordo con il gruppo italiano che prevede di allargare la sua collaborazione ad altri settori come quello dell’offshore, dei traghetti, degli yacht e altre navi speciali. I due gruppi prevedono anche di estendere la portata del loro partenariato alla ricerca ,allo sviluppo o all’ingegneria marina per la costruzione di navi adatte all’industria petrolifera e del gas.
Tuttavia questa operazione, che vede la crescente influenza dei cinesi nel gruppo italiano, ha destato non poche preoccupazioni sia da parte del gruppo franco-italiano STX Saint-Nazaire che da parte dell’armatore tedesco Meyer Werft che temono che il gruppo navale cinese potrà dotarsi di una “arma di concorrenza massiva” che potrebbe danneggiare i gruppi navali europei compresa la stessa Fincantieri.
Infatti, il partenariato tra Fincantieri e CSSC potrebbe rappresentare, secondo fonti dell’intelligence transalpina, una vera vulnerabilità per il gruppo francese che potrebbe vedere i cinesi avvicinarsi pericolosamente alle loro zone di interessi per rubare conoscenze tanto nella costruzione di navi da guerra quanto nella gestione della propulsione nucleare di cui sono dotati i sottomarini e la portaerei Charles De Gaulle.
Fincantieri con l’acquisizione del 50% di STX l’estate scorsa potrebbe rischiare di vedere i cinesi interessarsi proprio alle stive di Saint-Nazaire condivise con Naval Group e, dal momento che i gruppi Thales e MBDA lavorano in stretta collaborazione con l’industria navale francese: ciò potrebbe consentire ai cinesi di attuare un capillare spionaggio tecnologico ai danni degli alleati francesi.
Ancora una volta diventa necessario porre in essere da parte italiana un dispositivo di intelligence adeguato ai nuovi contesti di guerra economica che sia in grado di vigilare con estrema attenzione sulle joint-venture soprattutto nel settore della difesa affinché queste non divengano dei veri propri cavalli di Troia per le nazioni concorrenti.
Giuseppe Gagliano
*articolo pubblicato su www.ilprimatonazionale.it
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