01
Oct

Fin dal 2017 Fincantieri e Naval Group(ex DCNS cioè Direction des Constructions Navales Services fondata nel 1631 )hanno lavorato assieme per la nascita di un «gigante navale europeo», come conseguenza dell’accordo trovato tra Francia e Italia per il passaggio a Fincantieri della maggioranza dei cantieri francesi STX di Saint Nazaire.
Ebbene nel luglio del 2018 La Tribune, il secondo giornale economico finanziario francese dopo Les Echos,riporta stralci di un report riservato redatto da Adit (Agenzia per la diffusione della informazione tecnologica) nel quale vengono mosse accuse di estrema rilevanza a Fincantieri. Ebbene, l’attacco informativo posto in essere da Adit, volto a rinegoziare l’accordo con Fincantieri e quindi a condizionare il futuro dell’elettronica navale per la Difesa, costituisce un tipico esempio – diremmo da manuale – di guerra della informazione le cui modalità sono ampiamente acquisite dalla Francia(ma non dal nostro paese) che ha oramai vent’anni di esperienza maturata nel campo della intelligence economica. La comprensibile reazione della stampa italiana – di sorpresa e sconcerto – è il risultato della mancanza di cultura nel contesto della intelligence economica nel nostro paese ma è soprattutto il risultato di una lettura delle relazioni internazionali che non prende in considerazione l’esistenza di una guerra economica in atto dentro e fuori l’Europa.
Ma quale ruolo ha avuto – ed ha – Adit nel contesto della intelligence economica francese ed europea? Nel 1990 Adit si chiamava Aditech e il responsabile delle relazioni esterne era Christian Harbulot (attuale direttore della Ecole de Guerre Economique di Parigi). Grazie ad Aditech Harbulot pubblicherà il primo saggio francese sulla guerra economica intitolato Techniques offensives et guerre économique. Grazie al suo lavoro pioneristico Edith Cresson,allora Primo Ministro ,lo farà nominare consigliere personale di Henri Martre responsabile del Commissariat Général au Plan. Insieme alla equipe fortemente voluta da Cresson sarà redatto un rapporto denominato Rapport Martre che costituisce l’atto di fondazione della intelligence economica francese.
Il Rapporto Martre, pubblicato nel 1994 su La Documentation Française, ha rilevato come le imprese francesi si siano trovate ad operare in un ambiente sempre più complesso e dalle dinamiche imprevedibili che richiedevano la dotazione di sistemi di intelligence economica al fine di accrescere la gestione strategica dell’informazione, le potenzialità economiche e i posti di lavoro. Nel rapporto ribadito il significato dell’intelligence economica, intesa come l’insieme delle azioni coordinate di ricerca, di trattamento, di distribuzione dell’informazione utile agli attori economici, tutte azioni condotte con le garanzie di protezione necessarie alla preservazione del patrimonio di impresa, nelle migliori condizioni di qualità, di termini e di costi. Grazie al lavoro di Harbulot, per la prima volta fa la sua comparsa, in un documento ufficiale, il termine e la definizione di intelligence economica. Il Rapporto esorta lo Stato ad agire in fretta e formula quattro grandi proposte:
- diffusione della pratica nelle imprese;
- ottimizzazione dei flussi di informazione tra settore pubblico e privato;
- ideazione di banche dati;
- mobilitazione del mondo dell’istruzione e della formazione.
È presente, in tutto il Rapporto, la consapevolezza che il problema è innanzitutto politico così come la consapevolezza che ragionare secondo le categorie dell’intelligence economica significa cambiare lo sguardo sull’economia. Esso ufficializza una rappresentazione particolare dei rapporti tra Stati sulla scena internazionale, in cui questi ultimi competono utilizzando ogni colpo lecito: il fine giustifica i mezzi e soprattutto giustifica il ripiegamento delle azioni dei servizi di intelligence verso l’economia. Pensata in termini di sistemi, di reti di attori, di intenti, di influenza, di coordinamento di centri decisionali, questa visione gioca sulle paure derivanti dall’invisibilità delle minacce. La posizione centrale dello Stato, garante della coesione nazionale, è confermata, così come pure l’accento sull’importanza dell’unità e della coesione nazionale, prendendo ad esempio il Giappone e la Svezia. La Francia potrà controllare il suo avvenire solo collettivamente e pertanto dovrà rimediare all’assenza di interazioni tra il settore pubblico e il settore privato superando la consueta posizione difensiva.
L’obiettivo è mobilitare la classe politica sulla posta in gioco del controllo e dell’utilizzo dell’informazione come arma di dominazione. Proprio per dare seguito a queste raccomandazioni, Martre promosse nel 1995 la creazione del Comité pour la Compétitivité et la Sécurité Economique (CCSE), con compiti simili a quelli del National Economic Council americano. La costituzione del CCSE ha potenziato notevolmente l’intelligence economica francese. Inoltre, l’intelligence economica francese, oltre che essere caratterizzata da una stretta collaborazione e fiducia fra il pubblico e il privato, ha anche una struttura fortemente centralizzata, che gli permette rapidità di reazione e anche una notevole disinvoltura nell’acquisizione di informazioni riservate.
Nel 1992 Aditech cambia denominazione diventando Adit avendo come scopo non solo quello di contrastare l’influenza delle società di consulenza anglo-americane come la Kroll e Controll Risks ma quello di diventare la principale società di consulenza in intelligence economica francese. Adit infatti si rivolge alle grandi aziende francesi militari e civili e opera – attraverso una rete di 500 corrispondenti assai articolata e ramificata – non solo in Europa ma anche in Asia, Medio Oriente, America Latina, Cina, India, Argentina e Iraq. Affinché la sua missione sia proficua, Adit ha sempre agito in sinergia con le ambasciate francesi all’estero, con i servizi di sicurezza (basti pensare che nel 2004 il direttore esecutivo di Adit fu Rémy Pautrat ex direttore della DST) e con le Camere di Commercio.
La sua rilevanza, nel contesto della sicurezza nazionale francese è tale che – dal 1995 – è diventata membro permanente del Comitato per la competitività e la sicurezza economica voluto dal Primo ministro. Dopo la sua privatizzazione nel 2003 e la trasformazione in una Spa, Adit ha creato il Business Centre francese a Bagdad mentre nel 2014 Adit ha lanciato una iniziativa per realizzare un network di IE europea – della quale l’Italia non fa parte – con lo scopo di attuare una postura offensiva nei confronti delle nazioni che agiscano contro gli interessi europei in campo economico. A livello di organizzazione interna Adit è controllato per il 10% dalla Agenzia per le partecipazioni statali, per il 66% da Weinberg Capital Partners e per il 24 % da Bpifrance. Fino al 2010 il volume di affari di Adit si aggirava intorno ai 45 milioni di euro ma grazie all’attuale ad Philippe Caduc e alla acquisizione di Geos (società privata di IE che coadiuva le industrie francesi in zone politicamente sensibili e che ha 300 collaboratori in 160 paesi) il volume di affari previsto salirà a 70 milioni di euro. Inoltre Caduc ha opportunamente consolidato i suoi legami con l’intelligence francese integrando nel cda di Adit Jean Claude Cousseran ex membro della Dgse e Patrick Calvar proveniente dalla Dgsi.
Alla luce delle riflessioni fino a qui svolte sarebbe auspicabile che lo Stato italiano sappia attuare un vero e proprio “patriottismo economico” per tutelare le proprie risorse e avere una posizione rilevante nella competizione tra player internazionali ponendo in essere una sinergia tra classe politica,imprese e servizi di sicurezza sul modello francese. Detto in altri termini, per assicurarsi la sicurezza interna, l’indipendenza in termini di risorse, la capacità di difendersi di fronte alla minaccia commerciale o finanziaria rappresentata dagli altri Stati, un approccio offensivo nel campo della intelligence economica – strumento indispensabile per la guerra economica – rappresenta una risorsa imprescindibile per il nostro paese.
Giuseppe Gagliano, Docente IASSP
Trackbacks and pingbacks
No trackback or pingback available for this article.
Per qualsiasi domanda, compila il form
[contact_form name="contact-form"]
Leave a reply