04
Jul
Il gruppo AlumniPolimi Management Consulting intervista sul tema energy l’Alumnus Alberto Stuflesser, Executive Managing Director – IASSP – Institute of High Strategy & Politics Studies (articolo tratto da cm.alumni.polimi.it)
Quale sarà il mix di energie più probabile per i porssimi 10 anni e chi saranno i paesi importatori o esportatori?
Al 2030 le Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) si affermeranno come prima fonte di produzione nei paesi occidentali in EU ad eccezione della Francia e dei paesi dell’EST.
Il phase out del carbone è previsto nel 2022 in Francia e nel 2025 in Italia, Austria, Svezia, Finlandia, Portogallo, Irlanda, Danimarca mentre la Germania dimezzerà al 2030 la capacità del carbone.
In EU ci sono 127 reattori nucleari (di cui 58 in Francia) che coprono il 25% della produzione di Energia Elettrica; il phase out è previsto gradualmente e non sarà completato nel 2030 sia per gli enormi costi di smantellamento e stoccaggio scorie (268 mld) sia per l’assenza di emissioni in atmosfera e la garanzia di coprire il base load; la ragione di fondo del phase out graduale è la vetustà dei reattori in funzione ed il rischio di disastri tipo Fukushima e Chernobyl.
Sarà il gas metano il combustibile che sarà utilizzato ad integrazione delle FER sia in quanto fossile più environment friendly rispetto al carbone ed all’olio combustibile sia per lo sfruttamento in centrali Combined Cycle Gas Turbine (CCGT) che consentono rapidi avviamenti e fermate e di conseguenza adatte ai servizi MSD.
La graduatoria del mix vedrà primeggiare le FER che già oggi copre mediamente il 30% dei consumi in EU (Italia la più virtuosa con il 37% seguita da Germania e Spagna con il 33%) e che al 2030 supererà probabilmente il 40%, il gas metano come 2° ed il nucleare come 3°.
Le FER si affermeranno ancora di più tenendo conto dello sviluppo degli accumulatori in rete che consentiranno di entrare nei servizi MSD riducendo l’utilizzo dei CCGT; anche Vehicle-to-Grid (V2G) contribuiranno ad effetti stabilizzatori in rete. In base agli indirizzi di ENTSO-E, il potenziamento delle linee in Alta Tensione (AT) in EU e l’interconnessione tra i paesi consentiranno di scambiarsi EE allo stesso prezzo di mercato lasciando l’import/export all’utilizzo di tecniche commerciali di arbitraggio ed al sostegno reciproco in caso di emergenza (blackout o manutenzioni straordinarie di parchi centrali in un paese).
In questa direzione va il piano di sviluppo reti AT di TERNA che prevede un rafforzamento della dorsale nord-sud con una linea da 1000 MW e la connessione con linea AT della penisola con la Sardegna e con la Sicilia allo scopo di creare un’unica zona tariffaria in Italia al posto delle 3 attuali.
Come si posiziona l’Italia in questo scenario? Quale è il mix di energie consumate e prodotte in Italia?
In base alla Strategia Energetica Nazionale (SEN) al 2030 il mix di energie consumate (304 TWh) sarà come segue:
FER 184 TWh pari al 60%
Gas metano 118 TWh pari al 40%
Carbone e nucleare = 0
Personalmente ritengo questi obiettivi difficilmente realizzabili in quanto richiedono ogni anno ca 3,5 GW di nuova potenza installata – 36 GW di fotovoltaico (FV) + 10 GW di eolico – con una spesa totale di ca 70 mld.
Negli ultimi 2 anni è stato installato ca 1 GW/a per cui, anche volendo raddoppiare la potenza a 2GW/a, al 2030 il FV aumenterebbe di 20GW e l´eolico di 6GW per cui il totale FER al 2030 è più realistico che si aggiri intorno ai 150 Twh.
Quindi il contributo FER/gas metano è più realistico che sia fifty/fifty.
Quali sono i capisaldi della strategia energetica italiana, anche in ottica di una possibile riduzione della sua dipendenza energetica?
In base alla SEN i capisaldi sono:
Riduzione prezzi energia
De-carbonizzazione
Sicurezza approvvigionamento
Efficienza Energetica
Aggiungo 2 altri capisaldi che sono fattori abilitatori dell´EE:
Digitalizzazione tramite sistemi IoT + Cloud + SAAS/IAAS per ottenere risparmio oneri lungo tutta la chain value (produzione,trasporto,distribuzione,utilizzazione) in termini di manutenzione predittiva,perdite in rete e consumi end user.
Elettrificazione usi domestici e servizi tramite installazione di pannelli FV, batterie di accumulo,pompe di calore,forni ad induzione, riscaldamento elettrico (facendo a meno del gas metano) e connessioni BEV.
NB: Attualmente il gas metano è più conveniente dell’elettricità nell’uso riscaldamento in quanto le tariffe domestiche del gas si aggirano mediamente intorno ai 70 €/MWh contro i 200 €/MWh dell´energia elettrica.
Sviluppo FER, EE, produzione decentralizzata avranno come effetto una sostanziale riduzione della dipendenza energetica dell´Italia.
L’Italia potrebbe beneficiare dal progressivo affermarsi del concetto di produzione e consumo dell’energia a livello locale (smart grid)? Quali sono i principali saving e a quanto potrebbero ammontare?
Lo sviluppo delle smart grid è ancora a livello di progetti pilota finanziati da Horizon 2020 come SmartNet che coinvolge 22 partner di 10 paesi europei.
Le smart grid sono sistemi complessi che richiedono il controllo continuo dei flussi di energia bidirezionale nei nodi e nei rami delle maglie di rete tramite tecnologia IoT, l’utilizzo delle FER in BT/MT come VPP ed il comportamento degli end user come consumer/prosumer.
Le smart grid verranno gestite da soggetti che aggregano uno o più operatori e garantiscono l’interfacciamento tra DSO e TSO, potranno partecipare al mercato DSM grazie alle batterie di accumulo che consentiranno la regolazione di frequenza in rete e la riserva di energia.
I principali saving scaturiscono dalla vicinanza delle FER ai bacini di consumo con il conseguente minor flusso di energia nelle reti in AT ed un miglior controllo dei sovraccarichi nelle maglie in MT e BT.
Convenzionalmente le perdite in AT vengono quantificate del 2%, in MT del 4% ed in BT del 10%; azzerando le perdite in AT e dimezzando le altre possiamo assumere un risparmio del 9% -10%.
Quali competenze ha imparato sui banchi del Poli che le sono state fondamentali nel corso della sua carriera?
Tra le hard skills cito i sistemi elettrici di potenza ed i sistemi elettronici, il project management e l’energy management.
Tra le soft skills la determinazione nel raggiungere risultati, la costanza negli impegni e la capacità razionale di affrontare problemi.
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