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Apr
A livello commerciale l’Italia è la sesta realtà di scambio con l’Ucraina nel mondo. Negli ultimi venticinque anni è sempre stata un partner chiave in vari settori, a partire da quello politico: come membro del G7, come Presidenza dell’OSCE, come membro forte dell’Unione Europea. L’Italia rappresenta una strada di cooperazione politica per Ucraina. Altri settori fondamentali riguardano l’interscambio commerciale, economico e anche tecnico-scientifico.
In questi venticinque anni tra i due paesi ci sono stati periodi più intensivi di cooperazione e altri meno. Nel 2011, per esempio, l’Ucraina e l’Italia hanno raggiunto un livello di interscambio commerciale dell’ordine di 5 miliardi. Dopo l’aggressione russa all’Ucraina è però subentrato un problema relativo alla distruzione dell’industria e dell’economia nella zona di Donbas. In questo momento si è persa buona parte del commercio tra l’Ucraina e l’Italia, poiché la regione industriale del Donbas svolgeva un ruolo cruciale. Le analisi di commercio rivelano che nell’anno 2014-15 l’Italia ha perso un miliardo di euro a causa della guerra di Donbas. Il periodo peggiore è stato il 2015, in cui il livello di interscambio commerciale è sceso a 3 miliardi. Da qui c’è stato il punto di partenza per ripristinare i rapporti: nel 2016 è salito a tre miliardi e mezzo, nel 2017 sono stati superati i 4 miliardi, per una crescita del 26%.
Un altro elemento importante di crescita è l’equilibrio nell’interscambio: la crescita dell’esportazione italiana in Ucraina è del 24%, mentre la crescita dell’esportazione ucraina in Italia è del 27%. Questo è una caratteristica distintiva rispetto al commercio con altri paesi.
Un ulteriore fattore da tenere in considerazione è che l’Italia è leader, anche più della Germania, per l’esportazione in Ucraina di attrezzature tecnologiche: il 36% di tutti gli articoli che l’Ucraina compra in Italia riguardai macchinari. Con questi articoli l’Ucraina può proseguire e incrementare la propria produzione; quindi non solo pasta e vino, per crescere a livello industriale l’Italia è un partner unico per il commercio di attrezzature.
Il terzo elemento, di cui gli italiani devono essere orgogliosi, riguarda il vino: prima del 2012 il vino francese ha sempre occupato il primo posto in Ucraina, dal 2012 ad occuparlo è il vino italiano. Significa che gli ucraini, dopo aver scoperto la produzione mondiale di vino e di cibo, hanno scelto per cinque anni consecutivi il vino italiano come migliore. Inoltre, il brand Made in Italy dell’eccellenza italiana è molto conosciuto e ha una elevata attrattiva in Ucraina; la gente ucraina preferisce comprare gli articoli con questo marchio, non solamente a livello di food, ma di vestiario, musica, film e tutta la cultura in generale.
La politica russa, che vuole riportare l’Ucraina nella sfera di sua influenza, ha cambiato il livello dei rapporti tra i due paesi. Prima della guerra, il commercio tra Ucraina e Russia era il 32% di tutto il commercio ucraino con l’estero: la Russia era il partner numero uno e assorbiva oltre il 30% di tutto nostro interscambio. Dopo quattro anni la Russia ha solo l’8% del nostro commercio. Prima della guerra i rapporti commerciali tra Ucraina e Unione Europea erano circa il 26%, oggi quasi il 38%; ciò significa che il commercio prima destinato alla Russia è adesso destinato all’Unione Europea. Stiamo diminuendo il commercio con la Russia ma nello stesso tempo ogni anno aumentiamo progressivamente quello con l’Unione Europea. Da ciò si può facilmente verificare come, a causa dell’aggressione, tra Ucraina e Russia non siano stati danneggiati solo i rapporti politici e di sicurezza, ma ogni tipo di rapporto, anche quelli commerciali e culturali.
Durante l’ultimo anno ci sono stati interventi politici sulle perdite per l’Italia (senza guardare la totalità del mercato import/export italiano) a causa delle sanzioni dell’Unione Europea e contro-sanzioni della Russia. Le sanzioni hanno certamente influenzato il commercio, ma la prima ragione è lo stato dell’economia russa, di svalutazione del rublo, della capacità del popolo russo di comprare.
Guardando all’immigrazione dall’Ucraina verso alcuni paesi del sud Europa, questa è iniziata con la caduta dell’Unione Sovietica e della sua economia. Il 70% dell’immigrazione dall’Ucraina verso l’Italia riguarda le donne impegnate nel sociale (a differenza di quella verso la Spagna e il Portogallo, che riguarda il settore agricolo ed edile). Oggi il panorama sociale in Italia è cambiato: ci sono quattromilaquattrocento imprenditori privati nel business familiare, in cui gli ucraini sono proprietari di pizzerie, ristoranti, riparazioni elettrodomestici, autofficine, parrucchieri, piccoli costruttori.
Attualmente c’è ormai una seconda generazione di immigrati ucraini, ragazzi e ragazze che hanno avuto una formazione italiana universitaria, di scuola superiore o altra scuola, molto ben integrati nella società italiana. Per questo ogni anno la percentuale tra i lavori sociali (che 20 anni fa erano la prima destinazione per immigrazione) e altri lavori è sempre più bilanciata. In un incontro in ambasciata con giovani ucraini in Italia si è potuto verificare che ora esiste un altro tipo di migranti, persone che vivono, studiano e lavorano con una vita normale al 100%.
Il pensiero di molti è di poter ritornare al proprio paese e il governo ucraino sta creando le condizioni per il futuro ritorno di queste persone che hanno maturato soldi, cultura e hanno fatto esperienza di un modello europeo di vita e di business. Nel contempo si sta lavorando per creare una associazione di giovani ucraini in Italia desiderosi di sostenere o partecipare al commercio tra Ucraina e l’Italia.
(testo tratto dall’intervista di Edoardo Brunetti IASSP a Yevgen Perelygin Ambasciatore Ucraina)
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