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Nov
Fra focolai nazionalistici e nuove forme d’irredentismo regionale, gli equilibri che hanno governato l’Europa negli ultimi 20 anni si trasformano rapidamente. Mentre il sole sembra tramontare sul cielo di Berlino, a Parigi si respira un’aria di futuro.
A Parigi, fra la notte di domenica 19 e la mattina di lunedì 20 novembre, Emmanuel Macron stringeva la mano all’allora dimissionante primo ministro libanese Saad Hariri; nelle stesse ore, al Bundestag di Berlino Angela Merkel stava facendo fronte alla più grande crisi politica che la sua longeva carriera abbia vissuto fino ad oggi. I due capi stato, che si sono dimostrati apprezzamento reciproco in diverse occasioni, si trovano ai poli opposti delle rispettive carriere: in piena ascesa uno, in lenta decadenza l’altra.
Durante l’autunno, Macron ha dimostrato il volto più sicuro e autoritario del suo governo: all’attuazione della riforma del codice del lavoro per “decreti” (ordonnances) sono seguiti i tagli dei contratti sovvenzionati dallo stato, mentre una più dura tassazione sulle grandi aziende francesi è stata annunciata da Christoph Castaner in ottobre. Per il 2018 si prevede poi una riduzione della tassa di abitazione per l’80% dei francesi, una riforma della scuola che porrà fine al sistema dei sorteggi, una riforma del codice finanziario a favore delle piccole e medie aziende e, infine, l’attuazione di un sistema di legge universale sulla disoccupazione.
Inoltre, al fine di sfatare i miti che lo vorrebbero il presidente dei ricchi, il giovane leader ha “marciato” lo scorso 13 novembre su alcune fra le più povere provincie di Francia, dove ha annunciato le misure-faro che varranno prese per migliorare la qualità di vita in queste zone (salvo poi le recriminazioni degli abitanti di Clichy sous Bois che sarebbero rimasti ad aspettare l’arrivo del premier, al freddo, per più di due ore). Nel tempo di un soffio, il presidente dei ricchi si trasforma così nel presidente che vuole a tutti i costi piacere a tutti: la sera di mercoledì 22 novembre, Macron ha accolto all’Eliseo più di 1000 sindaci di Francia, un ricevimento trasformatosi, secondo Ouest France, in un bagno di folla. Certo, qualcuno fra i presenti avrebbe poi ironizzato sulla situazione, come Joël Balandraud che ha voluto paragonare Macron a un’ape regina, o al Re Sole quando scatenava, entrando nelle sale di ricevimento di Versailles, gli “ooooh” e gli “ahhhh” dei suoi cortigiani. “E io che non ho nemmeno votato per lui!” ironizza un altro deputato.
Se Macron si sta ponendo come leader indiscusso all’interno del suo paese, non è difficile immaginare che abbia simili aspirazioni anche in materia di politica estera. A luglio, aveva spiazzato i media con le dimostrazioni di simpatia rivolte a Donald Trump in occasione della visita di quest’ultimo a Parigi. Durante l’apertura del Louvre di Abu Dhabi, si è posto come il filantropo numero uno di Francia, un mecenate lindo e cosmopolita. La recente crisi libanese l’ha poi visto assumere il ruolo di moderatore e mediatore in una situazione diplomatica potenzialmente esplosiva. Onnipresente su scala internazionale e nazionale, Macron potrebbe portare la Francia a divenire il nuovo leader di un’Europa che fatica sempre di più a restare unita. Si ricordi che, dopo la Brexit, la Francia rimane l’unica potenza nucleare in Europa (in disarmo, certo, ma intanto 58 reattori nucleari restano attivi nel Paese) e la seconda economia dopo la Germania. Ora che Angela Merkel fatica a tenere in piedi un paese in cui l’estrema destra acquista sempre più voce e il cui futuro politico è incerto, Parigi sembra una candidata plausibile come leader al tavolo di Bruxelles. D’altra parte, questa nuova situazione potrebbe anche comportare uno squilibrio per la Francia e la necessità di stabilire nuovi ponti con altri paesi stabili (di cui il continente europeo è sempre più a corto).
In un’Europa in cui nuovi equilibri sembrano emergere e vecchie potenze intraprendono la loro fase di decadenza, resta da vedere che ruolo assumerà l’Italia, oggi alle soglie di nuove elezioni.
Maria Elena Gottarelli
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