15
Nov

Gli scienziati sono convinti che la calotta glaciale artica intorno al Polo Nord si scioglierà completamente nella stagione estiva entro il 2040 malgrado gli impegni assunti dai governi nell’Accordo COP 21 di Parigi a fine 2015 di ridurre le emissioni di CO2 allo scopo di evitare l’innalzamento della temperatura in superficie sopra i 2°C.
In realtà le attuali proiezioni prevedono che la temperatura ambientale aumenterà oltre i 3°C e questo a prescindere dalla mancata ratifica USA del’Accordo. ‘incremento delle emissioni di CO2, causate dalle intense attività dell’uomo, determina il cosiddetto effetto serra e di conseguenza l’aumento della temperature che all’Artide è più marcato per via sia dell’effetto riflettente dei raggi solari sulle superfici bianche del ghiaccio che rimangono incapsulati nella troposfera (lo strato dell´atmosfera a contatto con il suolo) sia dello scioglimento del permafrost (strato di ghiaccio permanente nelle tundre) contenente grandi quantità di carbonio e metano che, sprigionandosi, vanno a rafforzare l´effetto serra.
Per meglio comprendere gli effetti di questi fenomeni basta considerare che negli ultimi 30 anni la superficie glaciale artica si è ridotta della metà e lo spessore della coltre glaciale è diminuito del 65% con un ritmo di scioglimento del ghiaccio dal 2011 in poi pari a 375 mld di mc all’anno equivalente allo scongelamento di 400 ghiacciai all’anno di un chilometro cubo di dimensione ciascuno.
Quali saranno le conseguenze dello scioglimento della calotta glaciale artica in estate secondo gli scienziati? 1) L’innalzamento del livello degli oceani di 75 cm entro la fine di questo secolo che sommergerà coste e località marittime; 2) La maggior diluizione del sale nell’acqua marina comporterà un rallentamento della Corrente del Golfo (corrente calda che parte dal Golfo del Messico e lambisce i paesi europei affacciati all’Oceano Atlantico per poi raffreddarsi a contatto con la calotte glaciale artica prima di ritornare al Golfo) a causa della minor densità dell’acqua salata in prossimità dell’Artide che scende più lentamente in profondità nell’Oceano Atlantico aumentando i rischi di stagioni gelide lungo i paesi dell’asse atlantico interessati dalla Corrente, vale a dire Portogallo, Spagna, Francia, Gran Bretagna e Irlanda; 3) La lenta scomparsa della vita animale sulla calotta glaciale artica (orsi bianchi e foche) a causa delle radicali alterazioni dell’habitat.
Gli scienziati denunciano a gran voce questi rischi ma i governi delle grandi potenze li sottovalutano in quanto danno maggior importanza allo sfruttamento sia delle rotte mercantili lungo l’Oceano Artico dall’Asia del Nord Est all’Europa del Nord e viceversa con una riduzione di 2/5 delle distanze attuali che passano per lo Stretto di Suez, sia degli enormi giacimenti di olio greggio e gas metano nel suolo dell’Artide stimate il 20% delle riserve mondiali.
L’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di una riduzione del 80% delle emissioni di CO2 al 2050, tuttavia,anche nell’ipotesi di conseguirlo, saranno scarsi gli effetti sull’incremento di CO2 nel resto del mondo in considerazione del peso contenuto del PIL europeo pari al 25% e soprattutto della popolazione europea pari al 7% nel contesto mondiale.
I mutamenti radicali in negativo dell’ambiente che ci circonda saranno ineluttabili nei prossimi anni a meno che la volontà di perseguire la sostenibilità dello sviluppo economico (tesa ad armonizzare crescita e qualità della vita) non prevalga sulla rincorsa irrefrenabile delle due maggiori economie mondiali (USA e a) a primeggiare nel PIL.
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La terra è in grado di "sopportare" 500.000 persone industrializzate senza compromettere il proprio equilibrio . Semplicemente non siamo capaci a stare al mondo . Siamo troppi , e stupidi . O si attua uno sterminio di massa x decimare l'uomo , o non ne usciamo . Inutile provare ad educare le persone a questo o quello , ci vogliono millenni x riuscirci .