07
Oct
Com’è stato il primo approccio con il Copasir e con i Servizi? Lei era nuovo all’ambiente, all’inizio è stato difficile trovare i contatti giusti e attuare rapidamente una buona relazione lavorativa?
Ricordo che, entrato nel Comitato, mi son messo a studiare tantissimo. Ho approfondito in primis il funzionamento del Sistema informativo per la sicurezza della Repubblica e poi più ampiamente le diverse tematiche legate all’Intelligence e alla Sicurezza. Sicuramente partivo con lo svantaggio di essere nuovo ma con impegno e sacrificio ritengo di aver colmato velocemente eventuali gap.
La riforma dell’intelligence italiana del 2007 è stata efficace? Apporterebbe ulteriori modifiche?
Sicuramente la 124/2007 ha fatto fare notevoli passi avanti al comparto Intelligence. Apprezzo molto il compito che è stato dato al DIS, quello di diffondere la cultura della sicurezza. Credo però che debba velocemente essere superata la distinzione delle competenze delle due Agenzie in interna ed esterna. La minaccia è fortemente mutata e serve fare ulteriori considerazioni ed opportuni passi in avanti.
Ultimamente si discute sempre di più sulla possibilità di un servizio segreto europeo. Lei lo sosterrebbe?
I Servizi rappresentano un pezzo di sovranità di ogni paese e non è affatto semplice ragionare su un Servizio europeo. Credo che attualmente la soluzione migliore sia quella di provare ad armonizzare le diverse normative dei diversi pesi europei per facilitare lo scambio informativo tra le varie intelligence. Ritengo opportuno anche che questo venga regolato e quindi controllato dai parlamenti.
L’intelligence per essere efficace ha bisogno di fondi e personale. L’Italia ne stanzia a sufficienza soprattutto alla luce delle recenti emergenze?
Fondi e risorse non sono mai abbastanza se spesi bene. Credo che in Italia debba esserci maggiore attenzione e più cura di questo settore strategico per il Paese.
ISIS, mafie, immigrazione, cyber… qual è il rischio più grande che deve affrontare il Paese?
Ognuna di queste è una minaccia sulla quale il comparto Intelligence fa raccolta informativa. Parliamo di temi caldissimi, sicuramente in questo periodo storico il problema dell’immigrazione è notevole, fenomeno sempre subito e mai governato. Le mafie da sempre sono causa di instabilità e di un più basso livello di sicurezza. Poi c’è il terrorismo internazionale e la minaccia cibernetica che proprio negli ultimi anni sono notevolmente mutati. L’Intelligence deve lavorare su tutto.
L’Italia è preparata ad affrontarlo?
Il nostro Paese ha una tradizione Intelligence notevole perché veniamo da esperienze e fenomeni unici al mondo che abbiamo e dobbiamo ancora affrontate. Sicuramente va fatto un ragionamento su come dovranno essere i Servizi del futuro. Mi aspetto un’Intelligence più veloce, reattiva, dinamica, multilingue e che scorra nella fibra ottica…
BIO:
Eletto alla Camera dei Deputati nel 2013 con il Movimento 5 Stelle, Angelo Tofalo è membro della Commissione Difesa e del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (COPASIR).
Ha fondato, nel 2015, il progetto Intelligence Collettiva, il primo portale partecipato di diffusione della cultura della sicurezza e di approfondimento di temi legati all’Intelligence e alla Security. Da allora si è sviluppato un network di studiosi, tecnici, professionisti e appassionati del settore.
È specializzato in Ingegneria idraulica e geotecnica e, prima di diventare parlamentare, ha lavorato diversi anni alla progettazione di opere strategiche legate alla sicurezza, in particolare nel settore telecomunicazioni.
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03Oct
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