06
Sep
Di fronte alla moltitudine dei corifei della politica mainstream, e del politicamente corretto, cioè alla latitanza dei media nella ricerca del vero, sarebbe ora di istituire un premio Pulitzer alla verità – non quella assoluta certo, ma quell’accessibile onestà intellettuale di dire la verità di fatto –, dovremmo però poter contare su una giuria di angeli, ma non disperiamo.
Per ora ci accontentiamo di un attestato ideale allo spirito libertario della quasi estinta figura di bastian cuntrari.
Un riconoscimento estemporaneo che oggi assegnamo a Vittorio Feltri – direttore di Libero, allievo indisciplinato del tostissimo Indro M. – per il suo editoriale sulla Brexit (4 settembre 2016) votato a un’irruente volontà di trasparenza.
Abbiamo trovato ben poco di altrettanto godibile sulla stampa nazionale di segno opposto. Ma confidiamo su eventuali segnalazioni di lettori più attenti di noi per darne debito conto.
Articolo tratto da liberoquotidiano.it del 4 settembre 2016:
Come i lettori si saranno accorti, Libero è uno strumento modesto, ma soprattutto molesto per aiutare gli italiani a salvarsi la pelle. In due mosse: liberandosi dalla moneta infetta, l’ euro, che li sta mandando in malora; indi dall’ Unione Europea, uno Stato estero che ci ha invasi con le sue leggi e ci fa invadere dai musulmani. Liberarsi per via democratica, come hanno fatto i britannici, e come presto affermeranno gli austriaci con il voto presidenziale, dopo che frodi elettorali avevano attribuito la vittoria alla sinistra. E minacciano i danesi, che pure non hanno la zavorra dell’ euro. All’ uopo, non forniamo teorie, ma informazioni semplici, nude notizie, che sono più eloquenti di mille ragionamenti.
Ce n’ è una che abbiamo dato in prima pagina due giorni fa: la Brexit è una benedizione, uscire dalla galera di Bruxelles fa respirare, dà libertà, fa bene alla salute dell’ economia britannica. Sono dati ufficiali, ma è anche la percezione di tutti coloro che sono stati a Londra o nelle campagne inglesi questa estate. Ristoranti pieni, consumi crescenti, aria di rinascita.
Abbiamo dato uno scoop della Madonna, anzi della Regina, a Corriere, Repubblica, Stampa, Sole, Giornale, Tg1, Tg5, eccetera. Voi direte: sono soddisfazioni. Balle. Se ti lasciano solo a dire una verità semplice e importante, bisogna guardarsi le spalle.
È una vecchia storia. Nascondere le notizie sull’ euro e dintorni, farle sparire è un’ arte che dà delle soddisfazioni. Si passa per autorevoli, confidando nella scarsa memoria del pubblico, e nella riconoscenza degli editori di solito ammanigliati con le grandi banche nazionali e internazionali. Ma qui si esagera. Domina la sfacciataggine dell’ omertà. L’ informazione italiana – sinistra, destra e centro è uguale – racconta un sacco di cose, meno l’ unica oggi davvero interessante. Uscire dall’ Europa fa bene. Altro che catastrofe.Oggi l’ insieme dei quotidiani e Tg italiani dà per somma la Pravda, il quotidiano di Stalin, che si traduce sobriamente dal russo come “La Verità”. Il Giornalista Collettivo e In Carriera in questi mesi prima ha accusato di nazi-populismo razzista i fautori della Brexit, poi ha sperato l’ inabissamento inglese per educare il popolo italiano bue, quindi non accadendo ciò, invece che esplorare le aziende britanniche che hanno incrementato produzione ed esportazioni, sono andati in solluchero per il Manifesto di Ventotene, bolo retorico del 1941, scritto da comunisti in vacanza, trascurando la rovina quotidiana che è l’ euro per imprese e famiglie. Esalta l’ illuminismo come valore fondante della comunità europea, e pratica l’ oscurantismo come in Transilvania.
Com’ è possibile? Non credo ai complotti, propendo per le facce di tolla. Memento. Il 23 giugno scorso, il dì fatale del referendum sull’ uscita di Londra dall’ Unione Europea, è stato trattato come l’ appuntamento dell’ umanità con un meteorite. Da una parte i buoni, che ovviamente volevano spostare il crudele oggetto astrale più in là, per salvare il Pianeta. Dall’ altra i pazzi criminali che desideravano questo impatto che avrebbe mandato in malora anzitutto la Gran Bretagna e trascinato nel baratro il globo terracqueo.
I titoli sono stati un crescendo di bugie scientificamente predisposte, si citavano le previsioni di economisti secondo cui la crisi sarebbe stata peggiore di quella del 2008. Si è profetizzato un trasloco istantaneo della City di Londra ad opera di una specie di Gondrand supersonica forse a Milano forse a Francoforte, come la Casa di Nazareth trasportata dagli Angeli a Loreto. La sterlina sarebbe diventata carta straccia. Ah sì? Questa settimana la Deutsche Bank, per bocca del suo capo John Cryan, prevede che Londra rimarrà un centro finanziario al vertice nel prossimo decennio e che la banca si rende conto che molti dei suoi clienti e delle operazioni di trading si basano lì.
Su Libero ci abbiamo azzeccato. Non abbiamo creduto che la Brexit fosse una pestilenza che avrebbe trasformato Manchester e Liverpool in lazzaretti, con il rischio di contagio universale. Le previsioni erano fasulle, servivano ad accompagnare le scommesse degli speculatori per consentire enormi guadagni. (…)
Per leggere l’articolo completo clicca qui: LIBERIAMOCI DELL’ EURO, MONETA INFETTA
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