13
Apr
“La morte è la curva della strada
Morire è solo non essere visto”. (Pessoa)
Non ti rivedrò, caro amico, ma tu sei nella mente degli altri, nelle cose che hai fatto, nell’orma della tua mente e della tua mano, e forse in quell’Entità che nessuno può conoscere né dire.
Lo scorso 9 aprile è morto Giovanni Degli Antoni, geniale e strabiliante docente di tecnologia, accademico, fisico pioniere dell’informatica italiana. Direttore dell’Istituto di cibernetica e poi del Dipartimento di Scienze dell’Informazione dell’Università Statale di Milano, direttore del Polo Didattico e di Ricerca di Crema della stessa Università.
Ha dispensato passione ed entusiasmo per la ricerca scientifica a migliaia di allievi, ha tenuto a battesimo intellettuale decine di Start Up. Infine ha fatto parte fin dalla sua fondazione del Comitato Accademico dello IASSP.
Dai primi anni ’90 ho avuto l’onore di averlo a fianco in molti convegni, era lui il fiume in piena, nessuna poltrona sul podio dei relatori poteva trattenerlo seduto, nessun moderato poteva limitarlo.
Era la vitalità teoretica stessa e la generosità che sa donare idee e contenuti per il piacere di pensarli e di poterli condividere.
Negli ultimi tempi si era impegnato a sistematizzare i suoi scritti, progetto di per sé improbabile perché il suo pensiero pareva aver a che fare con l’Intero, non con le discipline, e insieme con quella perpetua creatività ontologica che chiamiamo sbrigativamente innovazione.
Mi aveva anche affidato il compito per me immane di promuovere i suoi testi, di strutturarli in un corpus coerente, sempre più però mi sono reso conto che il suo stile epigrafico, a volte profetico andava bene così com’era per esprimere il carattere sulfureo delle sue idee. Anche se queste incontrano un tempo dove il vero obbiettivo è quello di poter vivere senza idee.
Ecco un Suo frammento:
“da anni stiamo assistendo a un gioco di partite di giro basate sullo scambio di debiti (monete virtuali)…
quegli scambi si svolgono fra paesi ed all’interno di ciascun paese… fra ATTORI (governi imprese multinazionali…) ben stabiliti da tempo. Uno dei giochi di scambio si svolge attorno al tema delle tasse… imposte in vari modi ai cittadini… soprattutto più deboli… che… per sopravvivere… debbono lavorare per una mercede sempre più modesta.
Al management si chiede di essere attento alla produttività del lavoro… richiesta per la illusione di un mercato futuro… ahimè già SATURO di prodotti… oppure senza soldi…”
di Ivan Rizzi
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