03
Feb
Sarà la Quarta Rivoluzione Industriale che ci condurrà ad un nuovo Sistema Socio-Economico – Digitale?
Il mondo sta cambiando molto velocemente e le strutture della società si devono adattare anche se non si sa come. Un nuovo ordine mondiale si sta creando, ma questa non è solo un’evoluzione legata i cambiamenti geopolitici. I sistemi finanziari, industriali, sociali ed etici su cui ci siamo basati fino adesso non sembrano essere adeguati al cambiamento in corso ed ancor meno alle prospettive di cambiamento a venire.
Le nuove forme di energia, in particolare quelle rinnovabili, e qulle petrolifere – distribuite in maniera piu’ omogenea – hanno creato cambiamenti importanti negli assetti delle alleanze tra Stati. I sistemi finanziari si sono ritrovati fragili sino dalla crisi del 2008 e ancor oggi non è chiaro il nuovo modello di funzionamento. L’industria sta evolvendo verso un’economia circolare dove l’uso di risorse non è piu’ illimitato e la capacità di includere nel valore economico il riutilizzo diviene fondamentale. L’interconnettività globale sta cambiano i sistemi sociali all’interno dei singoli Paesi ed a livello globale (un esempio lampante è stata la propagazione della primavera araba). La digitalizzatione del mondo sta aprendo opportunità e rischi che erano parte della lettertaura di fantascienza fino a pochi anni fa. Pensiamo alle possibilità di guarire malattie grazie all’elaborazione di dati a grandissima velocità , ma pensiamo anche alle questioni etiche create dalla perdita della propria sfera privata o dalla clonazione.
Questi sono solo alcuni esempi di un sistema in transizione dove maggiore trasparenza e – purtroppo spesso – maggiore superficialità creano un mondo diverso. Un mondo in cui le nuove generazioni non avranno un cambiamento graduale da quelle precedenti come si è verificato in passato ma un cambiamento radicale nel giro di poco tempo, forse anche solo in un decennio.
Su questa “base instabile” si pone il problema della convivenza sociale, non solo dovuto ai flussi migratori ma anche alle strutture che sin dal secondo dopo guerra sono state la base della nostra società. Lavoro come diritto e pensione come beneficio al termine della vita lavorativa. Il Sistema futuro non sembra poter garantire lavoro per tutti nè pensioni sufficienti ad una vita dignitosa per tutti gli anni che l’aspettativa di vita sembra donarci.
La digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, la robotizzazione e tutti icambiamenti relativi alla quarta rivoluzione industriale rischiano di ridurre il numero di lavori disponibili mentre la popolazione mondiale continua a crescere.
Ritorneremo a valutare il dibattito dello scorso secolo sul rapporto capitale – lavoro, sul sistema capitalistico e socialista o comunista ? Le nuove basi del sistema saranno i giga e le “cloud” invece di capitale e lavoro ?
Includeremo le esternalità, la comprensione che il mondo e le risorse non sono infinite. Anche questo è un cambiamento, le variabili cambiano, il pianeta , la nostra sopravvivenza come specie
diventa un tema importante come sappiamo dalle negoziazioni sul clima (COP21 in Parigi in particolare).
La nuova generazione deve avere nozioni, come quelle precedenti, ma deve anche avere capacità enormi di adattamento, di imprenditorialità.
Il lavoro sicuro, i risparmi nei BOT, lo Stato che si occupa di noi e molte delle certezze su cui le generazioni dei nostri genitori e le nostre si sono basate stanno sparendo.
Dobbiamo mutare. La specie umana è di fronte ad un cambiamento storico di portata ancora non comprensibile.
Non stiamo parlando di cambiamenti progressivi, quelli si ci saranno, ma sempre piu’ ravvicinati tra di loro. Prendiamo un esempio. I sistemi elettrici sono stati sviluppati nel novecento come sistemi
« top down » , dove la fornitura centralizzata di energia da parte dello Stato (o di una società di Stato) era praticamente un diritto di ogni cittadino. Quello che era importante era l’ affidabilità del sistema. Energia tutte le ore per tutti i giorni dell’anno. Il consumatore – noi – non sapeva da dove veniva l’energia, quanto inquinava, quanto spreco c’era per ottemperare ai fabbisogni Nazionali anche durante le ore di punta. Tutto si basava sul lato « supply » , sulla fornitura. Fantastici ingegnieri ci hanno fornito questa possibilità che ha permesso al “nostro mondo” di essere quello che è, hanno permesso il progresso e la crescita.
Ora invece il consumatore – sempre noi – si pone delle domande e puo’ decidere di influenzare la fornitura. Si vuole un’energia piu’ pulita, si puo’ gestire il consumo energetico in modo intelligente grazie alle nuove tecnologie che permetono la riduzione dei picchi di consumo e come tali riduzioni negli sprechi. Gli elettroni non vanno piu’ solo in un senso, dalla centrale all’utilizzatore, si sta sviluppando il concetto del « prosumer », il consumatore che è anche produttore. Il pannello solare sul tetto di casa o la fabbrica che permette un uso dell’energia autonomo ed anche una fornitura alla rete. Non piu’ il sistema « top down » ma un sistema integrato dove domanda e fornitura di energia si mescolano e sono gestite grazie alle nuove tecnologie digitali.
Ma cosè che non cambia ?
Non cambia il principio darwiniano dell’adattabilità come elemento fondamentale di sopravvivenza. Chiaramente questo principio deve associarsi con valori etici propri di una società civile. Principi che possono evolvere ma devono essere forti e radicati nella società.
Non cambia la necessità di punti di riferimento, c’è sempre bisogno di leadership e di persone, di entità che possano avere la fiducia della gente e possano indicare un nuovo sistema.
Serve un dialogo continuo, interconnesso che permetta di capire come il nuovo sistema puo’ e deve evolvere per produrre una nuova società, se possibile anche piu’ giusta di quella attuale.
I sistemi educativi devono evolvere, sapersi adattare, l’importanza relativa degli Stati rispetto alle aziende multinazionali stanno evolvendo, il ruolo delle organizzazioni senza fini di lucro evolve inversamente all’evoluzione delle Aziende.
La moneta di scambio del nuovo mondo sarà il denaro ? o sarà la comunità, la connessione, la credibilità? o forse altro ?
Roberto Bocca
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03Oct
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